pianosa

OPINIONI

pianosa, porto - casa del fortino

Sei anni sono trascorsi dalla fondazione dell'Associazione per la Difesa dell'Isola di Pianosa.

A quei tempi l'isola carcere era già in odore di dismissione, il Parco dell'Arcipelago ancora non esisteva e già infuriavano le polemiche sulla sua istituzione che mettevano in subbuglio tutto l'arcipelago.

Per quanto riguarda l'Associazione un bilancio è certamente positivo. Per una piccola struttura come la nostra, una media di circa 250 soci annuali non è una cifra trascurabile: pianosini, simpatizzanti, amanti della natura, affascinati dal mare turchese di Cala S. Giovanni, insomma un po' di tutto si conta fra le fila degli iscritti. Altri numeri di buon conto riguardano l'arricchimento culturale che l'associarsi ha procurato. Le memorie dei vecchi pianosini sono state riunite, ritrovate le foto, i testi, i documenti originali; in definitiva, con i vari contributi si è costituito un vero e proprio patrimonio storico e ha preso forma ciò che Pianosa rischiava di perdere: la sua memoria. Questo patrimonio ha preso vita in una mostra fotografica, che molti ormai conoscono e che fece il suo debutto a Porto Azzurro nel 1996 per poi ripetersi ogni anno in altre località sempre più ricca e curata. La mostra, con i suoi curatori, nell'estate 2000 è approdata anche sull'isola con piena soddisfazione dell'Associazione. Due i motivi della nostra felicità: primo l'essere "ritornati" dopo tanti anni e poi l'aver superato, in quella occasione, gli annosi problemi con l'amministrazione comunale di Campo, con la quale abbiamo veramente collaborato, per la prima volta, al raggiungimento di un obiettivo comune. Pur avendo ottenuto molto e con buona soddisfazione, siamo ancora lontani dal raggiungimento di alcuni degli obiettivi che l'Associazione poneva fra i suoi principi e che sancì nello statuto e in un programma di recupero dell'isola inviato a tutti gli enti locali e nazionale preposti.

Per Pianosa, molto è cambiato in questi ultimi anni: nata carcere, non lo è più e sembrava cosa impossibile. Un grande passo in avanti per recuperare Pianosa a fruibile gioiello ambientale. Le dismissioni del carcere hanno lasciato però un vuoto enorme, forse incolmabile. Il Ministero di Grazia e Giustizia per sostenere isola profondeva una ragguardevole quantità di risorse (uomini, mezzi, denaro). Pianosa, sia pure spesso con gravi errori, era mantenuta, coltivata, pulita, i collegamenti erano garantiti, anche quelli giornalieri. Risorse così elevate adesso non sono più disponibili; per dire il vero si è passati da tanto a niente e perciò all'abbandono. Nessun "passaggio di consegne", nessun programma concreto, niente di fatto o di fattibile. In questo non riesce il Comune, la Regione, l'Ente parco, nessuna sinergia all'atto pratico e niente si vede all'orizzonte. Le poche visite turistiche estive non servono certo a risollevare l'isola dal suo inesorabile decadimento, tanto più che neanche una minima parte degli introiti delle attività che si svolgono sull'isola viene reinvestito in qualche miglioria, neanche simbolica. Ci stiamo battendo per mutare questo andamento e "in battaglia " abbiamo perso anche qualche piuma, facendoci anche dei "nemici", se non altro per le insistenti pressioni che in alcuni momenti abbiamo profuso. Sarà vittoria solo quando vedremo qualcuno riaprire le finestre e tornare a vivere sull'Isola, unico modo per recuperarla in tutti i suoi aspetti che non descrivo poiché sono ben illustrati nelle pagine di questo sito.

Purtroppo, quindi, se per l'Associazione ho supposto un bilancio positivo non altrettanto può dirsi per l'Isola. L'ottimismo, comunque, non deve mancare, Pianosa ha assaggiato le lame dei marinai turchi, non credo tema gli avvenimenti attuali, saprà aspettare tempi migliori.

Luca Foresi - Vice Presidente

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Ecco i commenti di alcuni soci che hanno partecipato all'evento storico che si è tenuto il 13 giugno 2009 a Pianosa, in occasione della cerimonia per l'inaugurazione delle cappelle del cimitero dei civili, di cui finalmente sono stati ultimati i lavori di restauro.

 

Sono stata contenta di poter mettere a disposizione dell'associazione un po' del mio tempo, è stata una giornata molto bella ed emozionante Spero che la tua salute migliori e ti permetta di venire a vedere che bel lavoro è stato fatto.
A presto

Alessandra
(guida ambientale)

 

Se devo comunicare le mie impressioni sulla giornata di sabato, esse sono riferibili a due ordini diversi e più precisamente:

1) incontro con l'isola:
- Bello!.. Troppo poco...
-Splendido... non basta...
- Meraviglioso...ancora insufficiente...
- Sublime... forse mi avvicino...
- Incantevole ... Appagante... e...
Luogo incantato e affascinante anche nella sua decadenza.

2) Rispetto alla cerimonia, ho apprezzato il lavoro promosso dall'associazione e la volontà dei presenti a continuare. Nutro qualche perplessità circa i tempi dei futuri interventi in quanto tanti sono gli Enti da coinvolgere. Enti che, non sempre, hanno fino in fondo obiettivi comuni. Significativo e pregnante è stato, comunque, l'aver restituito dignità al cimitero e con esso alla memoria collettiva.

Il messaggio è condiviso anche da Giulia e Claudio.

Chiara

 

Che dire.... Gita?.... No, io preferirei chiamarla "riunione di amici accomunati da un solo pensiero: torno a Pianosa !!!".
Fin da Piombino, prima ancora dell'arrivo della barca, c'è stato subito affiatamento tra chi già si conosceva e chi no; abbiamo cominciato a darci del tu, come se fossimo vecchi amici. Mentre ci scambiavamo i ricordi, mi divertivo nel sentire parlare di mio padre come di una persona che faceva paura per il suo aspetto burbero e con una bacchetta in mano (come se volesse darle a qualcuno), io invece lo ricordo diversamente.
A Portoferraio l'arrivo del Sindaco assieme ad altri partecipanti è stato il preludio di una giornata "in famiglia", e appena ho messo piede sulla "nostra" isola mi ha colto una forte sensazione di ricordi quasi irreali, quanto tempo dall'ultima volta.... perché noi pianosini abbiamo una nostalgia così malinconica per il luogo dove siamo nati? Sono andata a rileggere "LA MIA PIANOSA" di Enrico Foresi, le sue poesie sono illuminanti, descrive esattamente le nostre sensazioni; nell'introduzione ci sono queste parole "Pianosa ha incatenato tutti i cuori di chi ci ha vissuto": com'è vero! Io l'ho vissuta pochi anni, ma i ricordi sono chiari, indelebili nella mente e nel cuore. Sporadicamente vi ritornavo con la nonna in visita allo zio Mamiliano Marghieri (lavorava alla centrale elettrica), le visite come ben sai duravano una settimana, vi si andava con il Postale.... per me era una gioia.
Durante il percorso verso il cimitero è stato tutto un parlare: qua sono nata ... qui ho vissuto ... questo lo ricordo... questo no... e mille altri piccoli ricordi che si intrecciavano tra di loro. Che malinconia però le case così malandate e fatiscenti, mi consolavo nel tragitto guardare la vegetazione sempre più rigogliosa: il profumo di finocchio selvatico e altre erbe profumate ci accompagnava nel percorso che è sempre stato vivo nei miei ricordi.
All'arrivo in cimitero che colpo d'occhio!!! tutto pulito, non un filo d'erba e le cappelle come vestite a festa per noi (ancora grazie di cuore a chi ha partecipato alla realizzazione del progetto). Poi i discorsi molto sentiti delle autorità, come quello del Sindaco con i suoi ricordi dell'Isola di quand'era piccolo, che fanno sperare che ci sia la volontà di realizzare altri progetti per ridare a Pianosa la dignità che si merita.
E' stata una cerimonia molto toccante, al termine della quale ho visto persone passare da una tomba ad un'altra in silenzioso rispetto, leggendovi i nomi come a volerli conoscere. So che ci sei sempre stato vicino in questa giornata, tutti ne erano consapevoli e sentivo parlare di te con sincero affetto.(la lettera è indirizzata al Presidente della Associazione assente per motivi di salute)
Non poteva mancare la visita alla mostra fotografica dove abbiamo visto, tra le altre, alcune nostre fotografie che abbiamo inviato all'Associazione. Al ritorno ci aspettava un ricco buffet ed anche se le emozioni provate mi avevano tolto l'appetito... qualcosa però sono riuscita a mangiare anche per rispetto nei confronti delle persone che si sono prodigate per prepararci tante prelibatezze.
Per problemi ad una gamba non sono andata a fare un passeggio, in compenso sono rimasta sotto i pini a guardarmi intorno: davanti il profilo dell'Elba, il mare, un piccolo sasso, un albero... tutto dava un'emozione particolare.... mi dicevo, lo so è ridicolo, "Lidia, non darti un pizzicotto e continua a sognare...". Non sarei mai voluta andare via, però mi consolava il pensiero che sarei ritornata presto.
Pensa che con mio fratello Giuseppe (Beppi) e mia figlia Elena siamo partiti all'una di notte del sabato e tornati a casa all'una di notte della domenica: circa 10 ore di macchina, 5 ore di barca.... mancava solo il cammello !!!! Il Sindaco simpaticamente ci ha dato dei pazzi, ma ne è valsa la pena! Spero di non essermi dilungata troppo con questa mia lettera, Un affettuoso abbraccio, ciao.

Lidia.

 

La cerimonia di ieri per me è stata, nella sua semplicità, bella e anche un tantino commovente. I partecipanti, a mio giudizio, non erano tantissimi, comunque neanche pochi. Il nuovo sindaco sembrerebbe interessato e ben disposto verso Pianosa, speriamo che non rimangano solo parole. Il rinfresco è stato ottimo e allestito molto bene e con gusto.
Quando ritornerò dalla settimana ti voglio mandare un video su un pezzo di spiaggia perché l'ho vista diversa, a meno che non sia proprio "sonata", ma qualcosa è cambiato.

Maria

 

La cerimonia è andata benissimo anche per la presenza di tante persone e soprattutto, per la partecipazione di coloro che all'Associazione possono dare un contributo diciamo così, istituzionale.
Sarei stato contento se fra i vari rappresentanti ci fossero stati anche scettici che insistono a dire che a Pianosa ci vanno solo gli amici degli amici solo per prendere il sole e a fare il bagno.
Avrebbero avuto la prova di quello che l'Associazione riesce a fare non ostante le difficoltà burocratiche ed economiche.
Il restauro in sé stesso è un piccolo capolavoro. Chi si ricorda bene lo stato di abbandono delle cappelle si rende conto della consistenza e della qualità del lavoro. Anche l'intero cimitero ben ripulito è tornato a miglior vita.
E' stato osservato che la parola "resurrezione" si scrive così e non "resurresione" e che la cancellatina che circonda l'ossario non è stata restaurata. Riccardo (l'Architetto che ha curato il progetto) si è rammaricato di non averla inserita nel capitolato (ma queste, sono cose che si faranno nel tempo) e si è dichiarato contento della qualità del lavoro. Unica eccezione la verniciatura delle porte (non consistente e non in grado di durare nel tempo in fronte al mare).
L'organizzazione è stata adeguata. Lo sai bene come le persone (tutte) amino sparpagliarsi su Pianosa e non rimanere inquadrati a plotoni e compagnie. Chi è andato a fare il bagno, chi alla mostra, chi a vedere il porto che non aveva mai visto e chi come me, a sedere in pineta a parlare con Ada, con Mauro e con Annarosa. Con lei prima di partire siamo andati a vedere l'orto e a controllare lo stato delle viti.
Del buffet non avrei avuto niente da dire se non ci fossero da fare gli elogi alla San Giacomo su come è stato presentato e sulla qualità.
I commenti degli amici. Insieme a Riccardo, sua moglie e me c'era Niccolò suo collega di studio. Commenti positivi anche da lui sul lavoro svolto e soprattutto sull'isola.
Adesso parliamo della tua assenza. Sicuramente saresti stato come la ciliegina sulla torta perché gli elogi e le congratulazioni che ho sentito erano tutte per te.
Erano per te perché il merito del restauro è tutto tuo anche se è stato compiuto con la collaborazione di alcuni.
E' mancata, è vero, la soddisfazione di un giorno ma rimane quella di aver visto realizzato un progetto pensato, organizzato e portato avanti con determinazione.
La giornata di festa è passata ma le cappelle restano, speriamo per tanto tempo.
Ho finito.
Saluti

Piero

 

Sia l'organizzazione della giornata sia la cerimonia si è svolta, secondo il mio gruppo, in modo ineccepibile. La nostra associazione ha, come sempre, dimostrato tutto il suo valore ed impegno per portare avanti la salvaguardia ed un futuro migliore per Pianosa.
Speriamo che, le promesse ed i buoni propositi delle personalità intervenute, non siano state solo di "circostanza".
Se ti interessa, ho le registrazioni di tutti i discorsi fatti alle cappelle del cimitero. Non posso inviartele per email perché troppo pesanti. Fammi sapere.
Ti mando alcune foto ed un abbraccio.
Ciao

Renato

 

Caro Pino, mi ha fatto molto piacere e ti ringrazio per l'articolo su Elba Report circa la collaborazione mia e di Marco Cresti nel restauro delle cappelle.
Come ti avevo accennato per telefono, il nostro intervento era mirato solamente a contribuire, per quel poco che potevamo, a restituire un po' di dignità a quel luogo così mistico e credo che con l'aiuto di tutti ci siamo riusciti.
Ti farò avere mediante Piero Bucelli due tavole in formato ridotto del progetto di restauro.
Grazie di nuovo, ciao

Riccardo

 

Il giorno 13 Pianosa ci ha accolto con un tempo bellissimo. Il viaggio in motonave è stato piacevole e non c'è stato alcun intoppo organizzativo. La cerimonia al cimitero è stata breve ma toccante. Luca Foresi ha fatto da moderatore, hanno parlato i rappresentanti del Comune del parco dell'Amministrazione carceraria, della cooperativa San Giacomo e Carlo Barellini. Discorsi brevi con un denominatore comune: l'accordo tra tutte le parti per fare qualcosa di tangibile e di positivo. Si sa che nei discorsi ufficiali c'è sempre qualcosa di veramente sentito e qualche frase di circostanza, ma l'impressione è stata molto buona.
Alla mostra Luigi Biancalani ha fatto da cicerone e sono state molte le persone piacevolmente impressionate dalla ricchezza della documentazione. Come saprai il pranzo è stato allestito in pineta e devo dire che sembrava che Pianosa avesse indossato "il vestito buono". Tutto molto curato, dalla disposizione dei tavoli al pranzo. Anche le guide hanno fatto un ottimo lavoro, durante il viaggio in motonave sono state proposte diverse opportunità e i novizi hanno potuto scegliere tra un breve percorso trekking, la visita guidata del paese e, ovviamente, la spiaggia.
Al ritorno ho passeggiato un po' nella motonave per captare qualche commento dei "nuovi". Sono stati veramente entusiastici. Ho chiesto un parere all'amica che è venuta con me (che di mestiere fa la guida turistica) anche lei ha trovato l'organizzazione impeccabile.
Insomma Pino, una giornata veramente bella, di occasioni del genere ce ne vorrebbero di più.
Mi dispiace che tu non sia stato con noi ma ti assicuro che non sei stato affatto "assente" ma sempre presente nei pensieri di tutti noi

Rosalba

 

Gentilissimo presidente, volevo ringraziarla infinitamente per la bellissima giornata di sabato e per la preziosa assistenza ed ospitalità di tutto il suo staff. cordialità

Sabina Cupi
Direttore Responsabile
Mondo Sommerso

 

Ciao Pino, tornati da questa bella giornata dove sinceramente ci sei mancato molto; la giornata che Fausto e Luca ti racconteranno nei dettagli è andata molto bene, climaticamente bellissima, emotivamente molto partecipata, e credo che mediaticamente questo "inizio" possa produrre degli effetti; la San Giacomo aveva apparecchiato fuori nella pineta decorando con fiori di carciofi, fichi d'india, ecc. le tavole del buffet, insomma una cosa carina ed il cibo buono; l'unica nota stonata per me è stato trovare la multa sulla macchina al ritorno nel parcheggio di ben 38 euro per averla messa in un posto secondo loro non corretto, pazienza! Caro Pino, al cimitero era tutto perfetto, la pulizia, gli arredi, ecc. e credo che saresti stato soddisfatto del lavoro svolto, un grande augurio per la tua convalescenza.

Gabriella

 

E' stata davvero una bella cerimonia con partecipazioni di rappresentanti di istituzioni (parco, polizia penitenziaria, forestale)politicamente utili e tutti, almeno a parole, soddisfatti e collaborativi.
Il risultato del lavoro alle Cappelle è eccellente e, a nostro avviso, i soldi sono stati spesi bene e dovremmo trovare a breve un obiettivo da realizzare con i prossimi proventi.
Molte persone sono state sensibilizzate alla nostra causa.Ad esempio oggi un amico e collega universitario, che ha partecipato ieri alla gita, ci ha chiamato per informarci che un dirigente del Ministero dell'Ambiente è rimasto colpito dal suo racconto sullo stato di abbandono e degrado dell'Isola e ha chiesto informazioni per un eventuale progetto di recupero. Da cosa nasce cosa, come si dice. Il pranzo era ottimo e ben organizzato (ma chi aveva cucinato le melanzane alla parmigiana?)
Il gruppo di amici è stato entusiasta della giornata.
Un abbraccio

Beatrice
(e tutti gli amici e parenti che hanno partecipato)

 

A mio parere la giornata è stata pienamente positiva.
Cerimonia sobria, essenziale ma, comunque, toccante (anche perché era davvero emozionante vedere finalmente il cimitero in una condizione di decenza). Anche il rinfresco è stato gradito. Sarebbe stato bello avere avuto la possibilità, per quelli che per la prima volta visitavano l' isola, di una escursione guidata all' interno dell' isola; ma, conoscendo le regole vigenti, credo che tutti si siano accontentati della visita alla mostra, alle catacombe e delle ore di relax sulla spiaggia.
Più che positivo anche il giudizio degli amici.

Massimo

 

Non so proprio da dove cominciare ...
Io non sono nata a Pianosa, ma l'ho vissuta attraverso i ricordi di mia nonna e quelli di mia mamma. Diciamo che l'amore per Pianosa è scritto nel mio DNA.
Mentre osservavo l'incontro tra i "pianosini", non ho potuto fare a meno di notare la naturalezza della scena, anche se non ci si conosceva. Dico "ci" perché per tutto il tempo che siamo stati assieme mi sono sentita pianosina anch'io.
Quando siamo scesi dalla barca, mi è sembrato che anche l'isola si sia rianimata ... Mi spiego meglio: le altre volte che l'ho visitata sembrava un paese "fantasma", quasi come le città abbandonate che si vedono nei film americani; nonostante la presenza dei turisti imperava il silenzio, rotto dalla voce della guida. Sabato scorso, invece, è stata un'esplosione di vita ... risate, voci, colori, suoni ... e l'isola sembrava reagire all'arrivo dei suoi abitanti !!!
La commozione si sentiva, soprattutto durante la cerimonia al cimitero ... sono rimasta talmente rapita dal discorso di Luca Foresi, del neo sindaco e delle altre autorità che mi sono dimenticata di essere in pieno sole (eheheh ... ora pago lo scotto, anzi la scottatura !!! ) Più che un cimitero sembrava un giardino e possiamo ritenerci più che soddisfatti del risultato dei lavori fatti, poi guardando la cappella e la sala mortuaria, con un po' d'orgoglio ho pensato "l'abbiamo fatto noi" (come associazione). Spero che questo sia un primo piccolo passo per riportare Pianosa al suo antico splendore (qualcuno doveva pur iniziare no?), mi auguro che i discorsi sentiti sabato non si perdano nel vuoto. Personalmente mi piacerebbe poter far qualcosa di più, ma cosa?

Elena

 

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Cos’è PIANOSA ...riflessioni

E' una malattia i cui primi sintomi si manifestano quando dai l'adesione al servizio, poi continuano a bordo del traghetto quando fai scalo all'Elba e senti i commenti di chi di Pianosa é un veterano: c'é la Forestale, c'é la Penitenziaria per il cambio e ti domandi: dove sto andando?
Ma quando dopo quasi un'ora e mezza di navigazione l'isola é in vista allora si i sintomi sono conclamati, gli occhi non sanno più cosa mettere a fuoco per primo: la punta del Marchese o lo spettacolo della costa che si avvicina o il colore del mare o il lungo muro del carcere voluto per il 41 bis.
Ma ecco la Madonnina di Forte Teglia e un piccolo scalo "sgaruppato" dove alcune persone già si sbracciano a salutare, la passerella si abbassa ed é giocaforza affrontare lo sbarco e ti senti in un altro mondo.
Il profumo del mare, degli oleandri in fiore, delle erbe aromatiche che il sole battente esalta, lo spettacolo delle cascate dei fiori della pianta del cappero; a questo punto é amore a prima vista! Per i pochi abitanti che sono tutti al porto a salutare chi arriva non sei un estraneo ma qualcuno che condividerà con loro una settimana di vita comunitaria perché qui scopri che é ancora bello parlare, salutarsi, incantarsi a guardare il tramonto o il sorgere del sole, il volo dei gabbiani o l'evoluzione di qualche cormorano. Impari a riscoprire i rumori: é passata la jeep della Forestale, il furgone della Penitenziaria, il trattorino della cooperativa S. Giacomo. Bella e struggente oltre misura la visita dell'isola con il cimitero degli "ergastolani", quasi abbandonato ma con ancora la sua cappella e ti viene in mente che la morte tutto livella e cancella, deve rimanere la sola pietà cristiana così come per il piccolo cimitero dei "civili".
Suona il campanello dell'Infermeria, apri sperando che nulla di grave sia successo, ma siamo qui per ogni difficoltà si presenti per questa piccola comunità. Dall'alto del terrazzo della postazione della C.R.I. si gode un panorama splendido,non verresti più via ma i giorni passano veloci, i traghetti arrivano e partono carichi di visitatori, alcuni bisognosi di cure, e ti domandi avranno capito cos'é Pianosa o si lamenteranno perché: il mare era mosso,il tempo poco bello, in fondo é un paese in rovina! non c'é nemmeno un bar se non quello dei detenuti!
Non sanno cosa vuol dire la notte alzare gli occhi al cielo e in un silenzio surreale
Vedere le stelle brillare forse più che altrove, non sanno del fruscio del mare quando la brezza lo íncrespa.
Questa é Pianosa e ogni volta che parti vorresti che fosse già passato un anno per poterci ritornare anche se solo per una settimana.

Giuseppina Barbé
(Crocerossina)

 

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Cent'anni di fotografie

Ti guardo da una foto in bianco e nero: bella!
Troneggi sovrana lambita dal mare.
Sul molo assolato al riparo dal vento
spiccano ombrellini da primo novecento.

Apparivi in quei dì come giovane Signora
vestita di rosa e di salmastro odorosa,
ridente, viva e del tuo ruolo fiera.

Su quel fazzoletto dai silenzi suadenti
svettano i muri merlati
tra gli edifici nuovi: imponenti!
Guardiani protettori dell'isolana gente.

Eleganti signori con le loro dame
o uomini soli prigionieri delle loro storie,
tutti quanti il tuo suolo han calpestato,
a tutti quanti le lacrime hai asciugato.

Nacquero vite nuove da amare;
col suono delle onde le hai cullate,
coi rami dell'acacia le hai abbracciate,
per sempre a te le hai legate.

Cent'anni dalla foto son passati,
sei Dama decaduta ma solo nelle vesti;
la tua anima è gentile come di persona vera.

Anni lontani e sono ancora il presente.
Oggi, sul molo assolato al riparo dal vento,
muta, tu, mi stai aspettando.

Maria Cascio

 

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L'isola nel cuore

Gli anni '50 ci han visti bambini,
nell'aria salata gli adulti destini.

I piedi scalzi correvan lesti
per le bianche vie polverose,
capelli al vento e su semplici vesti,
in mano margherite preziose più che rose.

Vita selvaggia, le pelli arse dal sole,
crescevamo inebriati coll'odor delle viole.

Mai vedemmo cielo più bello del tuo cielo,
né mare più bello del tuo mare.
Di notte vestivamo di stelle,
di giorno sapevamo di sale.

Sorrisi a piene mani alla tua gente davi,
in cambio ricevevi panni e fiori ai davanzali.
Col tempo, poi, ad uno ad un ti abbiam lasciato:
noi, tutti, anche l'ultimo carcerato. Sola.

Belle sono ancor quelle tue case di tufo stinto,
sembran vaghe immagini di un antico dipinto.

E tu, altera e fiera ma con dolore,
lanciasti a noi un richiamo d'amore
Sola non sei.

Eccoci, raccolto è il tuo messaggio
narriamo la tua storia al gitante di passaggio.
La storia di Pianosa tormentata
viva nella memoria, mai abbandonata.

Maria Cascio

 

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Operazione muni bunker bimbo
La Grotta Di Maria

Ne era convinta, l’aveva sempre detto: "da bambina andavamo a giocare in una grotta in Piazza d’Armi...c’era una lapide bianca con la scritta MUNI BUNKER BIMBO". Dopo tanti anni, Maria ha ritrovato la sua grotta. Proprio li, di fianco alla Palazzina di Piazza d’Armi, appena dietro un cespuglio di lentisco, a pochi metri dalla strada. Sembra che quella grotta si sia voluta far vedere proprio da lei, solo da lei. E’ come se la grotta l’avesse chiamata, sottovoce: "Mariaaa...". Maria si è girata e la Grotta era li, ma come tutte le bellezze fanno un po’ soffrire

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

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Fig. 1 — Imboccatura della grotta con un grosso masso che la ostruisce parzialmente e il cui spigolo, a destra nella foto, tocca un rivestimento in cemento
Fig. 2 — Interno della grotta ripreso prima della rimozione del masso (indicato dalla freccia) e del terreno di riempimento.
In queste condizioni lo spazio era appena sufficiente per poter accedere all’interno strisciando, i piedi visibili nella foto risultano nella zona di ingresso.

Già, l’apertura era chiusa da un grosso masso (Fig. 1), a malapena si capiva che c’era un passaggio, c’era anche un muretto di cemento, un manufatto recente. Maria e Luciano sapevano bene come comportarsi e mi hanno avvertito, a che io potessi denunciare a chi di dovere la scoperta. Con un po’ di coraggio sono passato sotto al masso (probabilmente posizionato dal carcere in un lontano passato per evitare cadute accidentali) per capire meglio di cosa si trattava e con una torcia ho illuminato la piccola cavità carsica di circa 2-3 m di larghezza massima, colma di terra quasi fino alla volta (Fig. 2,3).

Cosa più interessante, vicino all’apertura, sul lato orientale, era stato costruito, con roccia e cemento, un muretto di sostegno (Fig. 4). Per la miseria, sul lato esterno c’era una scritta! MUNI BUNKER B! (Fig. 5). E’ qui che si sono sciolti tutti i dubbi, Maria! E’ la tua Grotta! Dell’ultima parola evidentemente era rimasta solo la prima lettera, ma era proprio lei! MUNI BUNKER BIMBO!

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

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Fig. 3 — Panoramica dell’interno della grotta ripresa prima della rimozione del masso e del terreno di riempimento.
Fig. 4 — Visione dall’interno della grotta del muretto in blocchi di roccia e cemento posizionato subito a ridosso dell’ingresso.

Non avevo toccato niente, ma avevo le informazioni necessarie per descrivere telefonicamente la situazione alla Soprintendenza, ricevendo autorizzazione verbale ad eseguire una breve indagine conoscitiva, operando, se necessario, la rimozione del masso ostruente l’apertura e di parte del terreno (di chiara di origine recente), che riempiva la grotta stessa. Ciò per avere maggiore coscienza delle caratteristiche del rinvenimento, avendo comunque l’accortezza di fermare qualsiasi operazione nel caso di potenziali rinvenimenti di livelli o reperti di interesse storico/archeologico. In considerazione del permesso ricevuto, ho chiesto supporto all’Amministrazione Penitenziari per alcune operazioni...

Sono passati un paio di giorni dalla scoperta e nel frattempo è arrivato martedì e Maria è dovuta partire, il suo turno alla mostra era finito, altri dell’Associazione venivano a darle il cambio. E’ sembrato un tradimento. L’Amministrazione creava un passaggio fra le piante (col permesso del Parco), il masso (Fig. 6) che ostruiva l’apertura veniva rimosso e Maria non c’era, che dispiacere per lei!

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

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Fig. 5 — Visione dall’esterno verso l’interno del muretto di cui alla Fig. 3. Qui sono chiaramente visibili delle scritte in stampatello: MUNI, BUNKER, B...)
Fig. 6 — Operazioni di rimozione del masso che ostruiva l’ingresso della cavità.
Fig. 7 — Terminata l’asportazione del terreno che colmava la cavità, è apparsa chiaramente la presenza di una scala a ventaglio con numerosi gradini che, dalla superficie conduceva al fondo della grotta.
In queste condizioni lo spazio interno è tale da ospitare una persona in piedi.

E un po’ anche per noi, ci sembrava di toglierle il diritto a partecipare, di rubarle qualcosa. Nei giorni successivi l’Associazione (Antonio e Mauro), con la mia responsabilità, ha rimosso parte del terreno che occupava la grotta, con ciò rilevando la presenza di una scala a ventaglio in cemento, che dalla superficie scendeva fino alla base della cavità stessa.

Ora che il terreno è stato rimosso, ci può ospitare comodamente un individuo in piedi (Fig. 7). Nei giorni in cui si è svolta la fase di rimozione del terreno di riempimento, l’Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa (Fausto) ha fatto una rapida ricerca per trovare eventuali citazioni di questa cavità. Bingo! La ricerca ha dato i suoi frutti, l’archivio ha funzionato!

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

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Fig. 8 — Appunti originali riportanti notizie circa le grotte presenti nell’area di Piazza d’Armi . La cavità oggetto della presente relazione potrebbe essere la n. 2 o la n. 3.
Quella riportata al n. 1 si trova invece nel giardino della Casa nuova del Direttore (quella a mattoni di fronte alla Casa dei Ragionieri).

Fig. 9 — Pianta con l’ubicazione delle grotte nell’area di piazza d’Armi. La grotta di cui alla presente relazione potrebbe essere quella indicata col n. 2 o col n. 3;
quella indicata col n. 1 è invece presente nel giardino della casa nuova del Direttore (vedi fig. 8)

Nota del tenente Ragazzi della Mirandola, in servizio a Pianosa, che accompagna le due "levate speditive", con la posizione delle grotte esplorate da Chierici nel 1874 e 1875 o successivamente individuate ed esplorate dallo stesso Ragazzi nel 1876, sulla costa est e nel paese. Gli originali sono conservati nella biblioteca comunale Panizzi di Reggio Emilia, nel fondo Chierici, cartella "Pianosa e Montecristo".
Il tenente Ragazzi era un buon topografo, oltre ad essersi appassionato per le ricerche archeologiche con la visita di Chierici a Pianosa.

Da alcuni appunti (Fig. 8, 9) emergeva chiaramente la presenza di 2 cavità nell’area in questione, adibite a sepoltura in età Neolitica e nelle quali furono rinvenuti scheletri umani. Una delle due cavità potrebbe essere rappresentata dal rinvenimento in questione, anche se appare chiaro un riutilizzo della grotta durante la II Guerra Mondiale, probabilmente come ricovero munizioni da parte dell’esercito tedesco. Tale eventualità è anche supportata dalla presenza di almeno altre tre strutture militari nel raggio di circa 100 m dalla grotta. Secondo gli appunti citati, le grotte adibite a sepoltura erano 2 e molto vicine fra loro (non più di 10 m), al che è stata eseguita una rapida ricognizione nell’area circostante, ma niente. Chissà, forse ci vorrebbe Maria.

Luca Maria Foresi