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RIAPERTE LA CAPPELLA E LA SALA MORTUARIA DEL CIMITERO DEI CIVILI DELL'ISOLA DI PIANOSA

Il Tirreno Elba News, 17 giugno 2009

Riaperte la cappella e la sala mortuaria del cimitero dei civili dell'isola di Pianosa.
A seguito del restauro conservativo, sono state riaperte la cappella e la sala mortuaria del cimitero dei civili dell'isola di Pianosa.

"Sabato 13 giugno 2009 sarà per l’Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa una data da non dimenticare. Una giornata splendida, un sole anche troppo infuocato, un mare calmo e trasparente come solo Pianosa sa regalare hanno fatto da cornice a un momento tanto solenne, quanto importante. Sono passati 14 anni da quando la nostra Associazione è stata fondata, e finalmente siamo riusciti a vedere concretizzato uno dei nostri desideri più grandi: realizzare qualcosa che ora si può vedere, toccare, che si spera possa rimanere e che, magari, sia da esempio.
Tutto è cominciato tre anni fa, quando un socio, l’architetto Riccardo Francalanci, titolare di uno studio a Firenze, è entrato nel cimitero a fare qualche fotografia. Erano foto un po’ particolari: Riccardo non era un turista a caccia di ricordi, ma un professionista che prendeva dati per avviare lo studio del progetto di recupero della cappella e della sala mortuaria del cimitero dei civili, al quale, quasi per divertimento e per il piacere di farlo, ha poi collaborato un altro architetto nostro socio, Marco Cresti. Dopo un anno l’Associazione aveva ricevuto tutte le autorizzazioni e era possibile avviare il sogno.

In una realtà complessa come quella di Pianosa, noi che non siamo proprietari e neppure gestori degli immobili, avremmo comunque potuto fare ben poco; abbiamo, quindi, cercato altri soggetti che condividessero i nostri desideri e avessero le giuste competenze. Ecco allora che tutti i "gestori" di Pianosa, per una volta, forse la prima, si sono subito trovati d’accordo; nessuno si è tirato indietro, anzi, ha partecipato attivamente, o perlomeno semplificato il complesso iter burocratico delle pratiche. Per primo il direttore del Carcere di Porto Azzurro, Carlo Mazzerbo, che ha sposato non da subito, ... ma da prima, il nostro progetto, lo ha fatto suo e firmando la DIA ha dato ufficialmente il via all’attuazione. I lavori sono stati affidati a chi da anni lavora a Pianosa, che con il lavoro cerca, con non poche difficoltà, di reinserire nella società chi attualmente è recluso ma spera in un futuro diverso: la Cooperativa San Giacomo di Porto Azzurro, la stessa che durante l’ estate organizza e gestisce il ristorante a supporto delle gite organizzate, e che durante l’inverno svolge attività di recupero e di manutenzione. Il nostro compito non finiva qui, anzi iniziava proprio allora. A noi spettava di finanziare i lavori, forse piccoli, poca cosa nel panorama di Pianosa, ma molto impegnativi per noi. "Ma che ci importa, se è per Pianosa si fa, al resto ci penseremo poi". Questo è stato per certi versi il nostro motto. E ora ne siamo orgogliosi, come un bimbo che al suo primo castello di sabbia, non vorrebbe cadesse mai. E il nostro castello, ora, non cascherà davvero più.

Sabato 13 giugno, sul Beluo, imbarcazione che partiva da Piombino e faceva scalo a Portoferraio, erano imbarcate circa 150 persone, tutte sorridenti, e allegre; ormai è una nostra consuetudine: quando ci ritroviamo, è sempre una festa! Purtroppo non lo è stata in modo completo; mancava la persona che più di tutte aveva voluto questo giorno e di cui, più di ogni altro, si sentiva l’assenza: il nostro presidente Giuseppe Mazzei Braschi, che per problemi di salute aveva dovuto rinunciare. Ogni tanto tra le persone, prima a bordo del Beluo, e poi a Pianosa, si sentiva dire, "avete chiamato Pinotto?" -questo il nomignolo pianosino di Mazzei Braschi-, oppure,... "bisogna chiamare Pinotto", e altri, quasi con soddisfazione, affermavano " ho parlato con Pinotto!". Tanto era il nominarlo, che quasi sembrava lì con noi!.

Ma la nostra grande soddisfazione è stata quella di vedere che erano presenti tutti gli enti con competenza su Pianosa. Il neo-eletto sindaco di Campo Vanno Segnini, il commissario Pennetti del carcere di Porto Azzurro, il sovrintendente Venditti del Corpo Forestale dello Stato, Aurora Ciardelli dell’Ente Parco Arcipelago Toscano, Domenico Zottola amministratore e maggiore promotore della coop San Giacomo, Carlo Barellini (per gli amici è il diacono di Pianosa) in rappresentanza della curia di Massa Marittima.

Vogliamo sottolineare quanto è stato per noi gratificante ascoltare le loro parole e osservare i loro sguardi: gratitudine, per noi soddisfazione, buoni intenti, e voglia di collaborare. Se tutto questo si avvererà sarà per noi, e non solo, motivo di ulteriore e grande soddisfazione. A dare voce alla nostra Associazione Luca Foresi, il vicepresidente, emozionato sia per la paura di dimenticare di ringraziare qualcuno, sia perché dieci metri davanti a lui da un "letto di tufo" lo guardavano i suoi nonni Giuseppe e Ines.

Poi, finalmente, sono state aperte le porte. Mentre tutti entravano con macchine fotografiche e cineprese, una signora, Lidia Foresti, la nipote dell’ultimo lumaio dell’isola, Alessandro Giovannini, varcava la soglia della cappella con in mano una piccola cornice con l’immagine della Madonna. Con molta delicatezza ha chiesto a Luca se poteva appoggiarla sull’altare: "l’avevo promesso ha mia madre!", gli ha poi sussurrato nell’orecchio. Un piccolo gesto che da solo giustifica quanto abbiamo fatto. La cerimonia finiva qui; poi c’è stata la visita al paese, alla catacomba, alla mostra fotografica, un bagno e l’ottimo rinfresco preparato dalla San Giacomo".

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