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IL SEGNO DELLA PRESENZA PRUSSIANA NELL'ARCIPELAGO TOSCANO SCOLPITO SU UNO SCOGLIO DELL'ISOLA DI PIANOSA

Ordine Reale dell'Aquila Rossa: il segno della presenza prussiana nell'arcipelago toscano scolpito su uno scoglio dell'isola di Pianosa

Milliarium, periodico di informazione archeologica

A Pianosa, nella Cala de' Turchi, vi è un masso, vicino alla riva, un po' nascosto, ma ben noto a chi possiede una profonda conoscenza dell'Isola. Questo masso si trova nel piccolo tratto di costa a sud dalla strada che conduce al porto, davanti a una grotta sul mare – Grotta dei Turchi. Alle spalle di questo scoglio “speciale” insiste la parete rocciosa del piccolo promontorio detto “Montagnone”. La particolarità di questo masso è l'immagine scolpita su di esso in bassorilievo: una croce sormontata da una corona regale con una seconda croce all'apice. Più in particolare, l'opera è incisa su un grosso blocco di calcarenite ben levigato, che è parte di una breccia, a clasti più piccoli, immersi in matrice rossastra. Il livello di breccia, da cui il masso si è distaccato, è ancora visibile pochi metri più in alto, nella sua posizione originale. Considerazioni geologiche dimostrano che l'opera è stata eseguita successivamente al crollo stesso, nel luogo e nella posizione in cui si trova oggi.

Il bassorilievo può essere interpretato come la riproduzione dell'onorificenza attribuita dal Re di Prussia Federico Guglielmo III ai livellari che ebbero in enfiteusi Pianosa nel ventennio che va dal 1835 al 1855. Prima il Console prussiano a Livorno Karl Philip Stichling e successivamente il Consigliere di Legazione del Re di Prussia a Firenze Carlo Godardo conte di Schaff-Gotsch, guidarono il primo tentativo di impresa agricola a Pianosa ed entrambi furono insigniti dal proprio governo di appartenenza dell'Ordine Reale dell'Aquila Rossa (Roter Adler-Orden). Anche se questa interpretazione non si può definire certa, poiché a oggi non sono noti documenti che ne attestino l'esecuzione, tuttavia sembra l'ipotesi più probabile tra le molte che potrebbero venir proposte, ed è l'unica che mostra riferimenti a un momento storico dell'isola ben noto e documentato. In quel periodo la vita pianosina ruotava molto intorno all'area dell'antico paese, dove la Cala de' Turchi costituiva uno degli approdi possibili, non avendo all'epoca l'attuale porticciolo le caratteristiche di ormeggio protetto. Il masso col simbolo scolpito probabilmente rappresenta quanto rimane di una struttura a protezione di un sentiero che collegava l'approdo all'abitato dell'isola. In questo contesto, l'ubicazione del bassorilievo, che oggi appare un sito secondario, risultava all'epoca un luogo di primaria importanza: chi sbarcava a Pianosa e vedeva l'opera, immediatamente poteva percepire di chi fosse la proprietà dell'isola.

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Ilaria Monti, Luca Maria Foresi, Fausto Armando Foresi

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