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EX DIREZIONE DEL CARCERE, GLI SPAZI TRASFORMATI IN MUSEO DELLA SCIENZA

Il Tirreno, 27 febbraio 2020

Ex direzione del carcere. Gli spazi trasformati in museo della scienza
L'immobile assegnato in comodato d'uso dal Comune di Campo nell'Elba all'ente Parco nazionale dell'Arcipelago toscano fino al 2023

Da ex direzione del supercarcere, a museo delle scienze e dell'archeologia. È il nuovo riutilizzo che il Comune di Campo nell'Elba ha inteso avviare da quest'anno fino al 2023 per l'immobile dell'ex direzione, dandolo in comodato d'uso al Parco nazionale. Ente che a sua volta lo adeguerà perseguendo gli obiettivi contenuti nel progetto "Pianosa, viaggio verso l'isola della scienza".
Non più, dunque, luogo di pena, Pianosa. Ma contenitore di scienza. Scrigno di tesori archeologici e geologici che contengono informazioni preziose ancora tutte da scoprire e studiare su come si è formato l'arcipelago toscano e da chi fu frequentato.
Come si è giunti a questo traguardo?

L'ente parco, in qualità di capofila, ha ottenuto dal ministero dell'Istruzione un anticipo di finanziamento per la realizzazione del piano nell'ordine dei 44mila euro. E da parte sua il Parco ha già provveduto a erogare ai soggetti che hanno sottoscritto il programma le rispettive competenze: all'Università di Siena 7.521 euro, al Comune di Campo 6.431 euro e infine all'associazione per la Difesa dell'isola di Pianosa 3.930 euro.

Il parco nazionale ha partecipato al bando indetto dal Ministero con il progetto "Pianosa, viaggio verso l'isola della scienza", ottenendo un cofinanziamento complessivo di 55.832 euro (su un valore totale di 69.790 euro). In parole povere si tratta di ristrutturare una parte dell'edificio dell'ex direzione del carcere allo scopo di destinare i rinnovati locali ad area espositiva e laboratorio didattico di valori geologici e archeologici dell'isola. La quale è parte integrante dell'area protetta del parco nazionale.

Oltre ai già citati soggetti sottoscrittori del progetto c'è, anche se non è però beneficiaria di alcun finanziamento statale, la Soprintendenza archeologica di Pisa e Livorno, che ha delegato la funzionaria Lorella Alberighi, profonda conoscitrice delle emergenze archeologiche di Pianosa e non solo. Altro non si evince dalla delibera della giunta guidata dal sindaco Davide Montauti.

Alla geologia e all'archeologia dell'ex isola del Diavolo il Parco nazionale ha dedicato diversi studi e saggi pubblicati negli scorsi anni. Potrebbe, fra l'altro, per esempio essere svelato il mistero della presenza di numerose grotte. Particolare interesse rivestono la grotta dei Cervi a Cala di Biagio, la grande struttura a pozzo e la grotta dei Due scheletri in località Caccia Reale. Si tratta comunque di siti che furono adattati a necropoli e sui quali è appena iniziata la ricerca, ma ancora c'è molto altro da scoprire e indagare.
Le prime indagini furono condotte nella seconda metà dell'Ottocento; per essere poi interrotte e riprese in maniera intermittente, fino ad arrivare al nostro millennio.

Intanto si sa che per tutto il periodo protostorico (Eneolitico ed età del Bronzo), Pianosa fu densamente abitata. Lo dimostrano le numerose grotte che costellano soprattutto il versante orientale e che furono riparo per i vivi e sepoltura per i morti. Poi, lungo la linea del tempo, su questa piccola e piatta porzione emersa di una dorsale sottomarina, si sono succeduti Etruschi e Romani che hanno costellato l'isola di loro testimonianze, documentando così ai posteri il loro passaggio.

L.C.

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