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IL MIRAGGIO "PIATTO" DELL'ISOLA DI PIANOSA E LA CALA DEI TURCHI RIPULITA DALLA PLASTICA

Il Tirreno, 17 luglio 2018

Prosegue il viaggio dei volontari di "Vele Spiegate"
Il progetto di Legambiente e Diversamente Marina con Il Tirreno
Il miraggio "piatto" dell'isola di Pianosa e la Cala dei Turchi ripulita dalla plastica

Quattro ore di macon il sorgere del sole e tanta curiosità per un lungo viaggio tra le isole per i ragazzi e le ragazze di Vele Spiegate, l'iniziativa di pulizia e censimento dei rifiuti spiaggiati organizzata da Legambiente e Diversamente Marinai e della quale Il Tirreno è media partner. E arriva Pianosa, come un miraggio piatto e poi puntuto di una fortezza e di case di un vecchio paese, terra che spunta appena tra le onde di un mare blu, sospesa in un cielo azzurro e assolato. Pianosa è un miraggio concreto di colori che cambiano se guardati da terra, è i tropici tra l'Elba, che la guarda da nord, e Montecristo a segnare i confini dell'Arcipelago Toscano, Fata Morgana del sud.

Pianosa è isola che strega e a volte fa impazzire, isola che non si dimentica, abbandono e rinascita di una natura formidabile, unica, bellissima e intensa. Mediterraneo puro di odori e colori, nella sua storia antica fatta di catacombe, di quarantene animali e sofferenze umane, di ulivi piantati da Napoleone, di un presidente partigiano deportato e indomito, di poveri cristi antifascisti dimenticati, portati da Pianosa sulla spiaggia di Procchio e ammazzati come cani quando ormai la liberazione era vicina.

Pianosa è tutto questo: eretici ed esuli, brigatisti rossi e capimafia, galera e rinascita per i detenuti in semilibertà che oggi ne hanno cura e coltivano orti, umanità e speranze di futuro. Pianosa è l'esilio dorato di Agrippa Postumo nella sua villa, un posto che qualcuno vorrebbe trasformare in un nuovo confino, ma Pianosa è un'isola per archeologi e scienziati e un rifugio dell'anima, un porto minuscolo, forse il più bello d'Italia, dove sono sbarcati estasiati e sorpresi i ragazzi in maglietta gialla e cigno verde per calarsi subito a Cala dei Turchi alla ricerca di spazzatura, senza farsi scoraggiare dal sole feroce o distrarre dall'acqua di cristallo, di fronte all'isolotto della Scola dove nidificano le berte, le parlantelle degli elbani che popolano la notte di pianti, uccelli rari come i gabbiani corsi dal becco rosso-nero e dalle zampe verdi, che il Parco nazionale ha salvato dai ratti famelici. Pianosa è un paradiso fragile e testardamente resiliente, un'isola di corallo spugnosa in strati di vecchie conchiglie, che nasconde le ossa di antichi animali e l'ossidiana di uomini preistorici e dove il mare e il vento portano da sempre gli uccelli delle tempeste e ora i rifiuti degli uomini.

Come racconta bene un volontario nel diario di bordo di Manu, i ragazzi e le ragazze hanno ripulito la bellezza di Cala dei Turchi "da bottiglie di plastica e un numero esponenziale di corde da rete frutto forse del malcostume dei pescatori di frodo. Dopo la pulizia un meritato bagno a cala Giovanna, unica meravigliosa spiaggia dove è possibile la balneazione e prima di risalire a bordo per navigare di nuovo verso l'Elba un interessantissimo giro al museo storico che ha preso il posto delle Regie Poste e Telegrafi.

Ancora un'altra avventura ha arricchito la settimana di vele spiegate e i nostri ragazzi sono già pronti per ripartire... Buon vento da noi diversamente marinai".

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