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ABBANDONATO IN MAGAZZINO IL RADAR CHE AVVISTAVA I PIRATI

Il Tirreno, 17 marzo 2017

Pianosa, l'isola senza difesa.
Abbandonato in magazzino il radar che avvistava i pirati.
Acquistato dal Parco dell'Arcipelago per 131 mila euro è stato usato per 6 anni

PIANOSA

È stato chiuso a chiave in un magazzino della polizia penitenziaria di Pianosa. Il super radar che nel 2009 avrebbe dovuto proteggere l'Arcipelago dai pescatori di frodo - costato 131mila e non 200mila euro come si è letto più volte nel corso degli ultimi anni - è stato disattivato e smontato dopo soli sei anni, nel 2015, e da quasi un biennio attende di essere trasferito in un altro magazzino del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, all'isola d'Elba. Così l'ente di protezione ambientale - dopo essere stato contattato dal nostro giornale - ha riferito al ministero dell'Ambiente, che aveva co-finanziato l'acquisto dell'occhio elettronico stanziando 92.762 euro (il resto lo ha messo il Parco).

IL RADAR SUBITO SPENTO

Il 10 luglio del 2009, alla presenza dell'allora direttore marittimo della Toscana - il contrammiraglio Ilarione Dell'Anna - il super impianto "anti pirati" viene inaugurato in pompa magna. Ma ben presto il Parco nazionale si scontra con un problema non da poco: senza una motovedetta di stanza a Pianosa, presente solo in estate, la Capitaneria di porto difficilmente riesce a beccare e punire i trasgressori. I militari, infatti, partendo da Portoferraio sono troppo distanti dal puntino battuto dal radar, con il diportista di turno che ha tutto il tempo di perlustrare e abbandonare l'area marina protetta dell'ex isola del Diavolo, estesa per un miglio al largo della costa. Così, il 25 febbraio del 2015, il Consiglio direttivo del Parco nazionale decide che dopo quasi sei anni l'ancor giovane occhio elettronico deve andare in pensione.

LE TELECAMERE DA UN MILIONE DI EURO

Per sostituire il radar l'ente decide che bisogna spendere altri soldi. Così, grazie a un progetto da un milione e 100mila euro, sceglie un sistema di videosorveglianza super tecnologico. Decine di telecamere sparse su tutte le isole dell'Arcipelago, che ancora devono finire di essere posizionate, consentirebbero di sanzionare in flagrante i pescatori di frodo e gli invasori delle splendide aree marine protette. A monitorarle, in una sala operativa di Firenze, sarà la Guardia di finanza. Il progettista, l'ingegner Angelo Carpani della provincia di Como, assicura al Tirreno che le videocamere con lo zoom consentono all'operatore di riconoscere le marche (l'identità) delle imbarcazioni fino a un chilometro e mezzo di distanza, quasi un miglio nautico, il limite vietato da oltrepassare per chi durante la navigazione sfiora Pianosa e non è autorizzato ad avvicinarcisi. Carpani, l'unico al momento in grado di visionare le immagini, spiega che "gli operatori possono muoverle e zoomare" e che "attraverso un calcolo dell'inquadratura e della grandezza del natante sullo schermo sarà possibile anche capire a che distanza si trovi dalla costa". A Pianosa i dispositivi sono (e saranno) installati a Cala Giovanna, Torretta San Marco, alle Punte Brigantina, Secca, del Pulpito e Grottone e al Marchese.

IL DISPIACERE DI TOZZI

L'ex presidente del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, il geologo Mario Tozzi, è rimasto in carica dal 2006 al 2011. Proprio durante il suo mandato, nell'estate del 2009, è stato installato il super radar dismesso dopo neanche sei anni dal suo successore, Giampiero Sammuri, che lo considerava del tutto "inutile". "Mi dispiace - spiega l'attuale responsabile del Parco regionale dell'Appia antica, nel Lazio - perché il radar non è stato messo in considerazioni di funzionare alla perfezione. Se le telecamere vanno meglio, però, ben vengano. L'importante è fermare ciò che sappiamo che accade: visto che non possiamo intraprendere la strada migliore, come controllare nei singoli ristoranti da dove arriva il pesce servito a tavola, speriamo che il nuovo sistema funzioni meglio. Noi all'epoca non avevamo preso in considerazione l'idea di installare delle telecamere". "Sicuramente all'inizio sarà stato anche utile - aggiunge Sammuri, che è anche responsabile nazionale di Federparchi - ma comunque non lo abbiamo distrutto, è chiuso in un magazzino. Magari potrà essere ancora usato"

LA STOCCATA DEL SINDACO

Il sindaco di Capoliveri, Ruggero Barbetti, è membro ed ex presidente della Comunità del Parco, l'organo consultivo dell'ente dove siedono i primi cittadini dei Comuni attraversati dalle aree protette, il governatore della Regione Toscana e i presidenti delle Province di Livorno e Grosseto. "Il radar è stato un acquisto maldestro - spiega Barbetti, esponente elbano di Forza Italia - e i soldi pubblici potevano essere utilizzati meglio. Per valorizzare Pianosa e trovare i soldi per controllarla con più attenzione, bisognerebbe posizionare più boe per l'ancoraggio e consentirne l'affitto a un sempre maggior numero di diportisti". Per Barbetti, insomma, l'isola si preserva ampliandone la fruizione. Ma intanto, finché la Guardia di finanza non riuscirà materialmente a controllare le telecamere volute dal Parco, l'area marina protetta è difesa dalle motovedette della Guardia costiera, che hanno base a Portoferraio: su un'altra isola (all'Elba) e sul versante opposto (a nord). E il radar resta chiuso a chiave. Sarebbe un giovincello, ma è già stato rottamato.

Stefano Taglione

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