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PIANOSA, NELLA EX CASERMA UN HOTEL DA 50 POSTI LETTO

Il Tirreno, 24 agosto 2016

Pianosa, nella ex caserma un hotel da 50 posti letto
Il presidente Sammuri: "Possiamo fare di più per migliorare i servizi sull'isola"
E sulla proposta di Barbetti delle boe per il diporto: "Non è una nostra priorità"

"Le boe per le barche da diporto? Non sono la priorità per Pianosa. Piuttosto serve un cambio di passo per migliorare i servizi e la manutenzione delle strutture dell'isola. Su questo il Parco può fare molto di più. Stiamo lavorando a progetti importanti, tra questi c'è persino la realizzazione di un nuovo hotel". Giampiero Sammuri, presidente del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, non raccoglie la proposta del sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti che, pubblicamente, ha rilanciato il progetto delle boe intelligenti per la sosta delle imbarcazioni da diporto anche dentro il miglio di mare interdetto dell'isola piatta. Le boe? Niente da fare Un accesso regolamentato al mare proibito di Pianosa, alla stregua di quanto accade per i diving. È questa, in sintesi, la proposta rilanciata dal sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti che, quando era commissario del Parco elaborò un progetto per il posizionamento di 12 boe per i diving e altrettante per il diporto.

Ma su questo fronte Sammuri, il presidente del Parco che per primo ha aperto l'isola ai diving, resta piuttosto freddo. "Non è un progetto prioritario - spiega il presidente Sammuri - e credo che potrebbe essere persino controproducente per l'immagine dell'isola. Chi va a Pianosa sa di andare in un'isola particolare, non così facile da raggiungere. Non è troppo diverso da quanto accade con Montecristo. Renderla alla portata delle barche da diporto, come l'Elba, rischia di sminuirne il fascino. Del resto sono gli stessi turisti che frequentano l'isola ad essere particolarmente sensibili: se vedono una barca troppo vicina alla costa segnalano immediatamente l'infrazione". Servizi da migliorare. Per il presidente del Parco, insomma, le priorità sono ben altre. "Su Pianosa ci sono diverse cose da migliorare - racconta Sammuri, che non risparmia a se stesso e al Parco un pizzico di autocritica - in particolare dobbiamo migliorare molto sul fronte dei servizi a terra e sulla manutenzione e funzionalità degli immobili. Non mi nascondo, è lo stesso Parco ad essere chiamato a fare meglio, sebbene la gestione dell'isola non sia solo nostra, ma sia condivisa con l'amministrazione penitenziaria e con il Comune di Campo nell'Elba". Il nuovo hotel è proprio sulla riqualificazione degli immobili dell'isola e sull'ampliamento della gamma dei servizi che il Parco punta molto. "Lavoriamo per rendere funzionale la Casa dell'Agronomo, - racconta Sammuri - abbiamo già il finanziamento, ottenuto grazie all'interessamento del sottosegretario all'ambiente Silvia Velo. Il progetto consiste nel riqualificare l'immobile che diventerà una casa museo dell'agricoltura".

Il lavoro del Parco, in sintonia con i ministeri della Giustizia e dell'Ambiente, amministrazione penitenziaria, Demanio e Comune di Campo nell'Elba punta anche a rivalutare le attuali strutture di pernottamento e ristoro sull'isola. "Abbiamo condiviso dei progetti di massima - racconta il presidente - l'attuale albergo sarà migliorato e assolverà alla funzione di foresteria principalmente per studenti e ricercatori. Mentre la ricettività vera sarà riversata nella struttura dell'ex caserma Bombardi. La sua realizzazione fu terminata dopo la chiusura del carcere: i locali, destinati alle forze dell'ordine, sono quasi inutilizzati e di nuova fattura. Ci sono tutte le caratteristiche, insomma, per realizzare un albergo da 40-50 posti letto e con dei servizi migliori. Anche il punto ristoro necessita di un intervento migliorativo, stiamo ragionando anche a questo". Completa il quadro l'edificio dell'ex direttore. "L'idea è di mettere in sesto i locali che potrebbero accogliere in modo permanente le mostre che in questi anni sono state allestite solo temporaneamente alla Casa del Parco, adibendo inoltre degli spazi per le attività di laboratorio - racconta Sammuri - teniamo contatti continui con l'amministrazione penitenziaria. Del resto il lavoro dei 30 detenuti in semilibertà (possono raggiungere le 50 unità) ha dato dei frutti importanti nel campo delle manutenzioni, sistemazione del verde e della sentieristica".

Luca Centini

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