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I FONDALI DI PIANOSA SONO I PIÙ INTEGRI DEL MEDITERRANEO

Il Tirreno Extra, 27 aprile 2013

La missione dei biologi di Pelagosphera nel mare dell'isola. A breve il Parco piazzerà le boe per fare le immersioni

«I fondali di Pianosa rappresentano quanto di più integro si possa trovare oggi nel Mar Mediterraneo». È quanto afferma Nicola Nurra, biologo marino, portoferraiese doc, docente e ricercatore all'universalità di Torino. Lo studioso è stato di recente in missione nel mare dell'isola piatta, con altri colleghi della cooperativa Pelagosfhera, per monitorare i fondali per conto del Parco.

«Un impegno che durerà due anni – segnala Nurra – finalizzato al prossimo posizionamento di ancore di ormeggio, in quanto nell'estate saranno permesse attività subacquee regolamentate e il Parco vuole essere certo che ciò non comporti in futuro conseguenze negative».

Nurra non può che esaltare il patrimonio marino osservato con numerose immersioni di studio: «I fondali sembrano una foresta subtropicale vergine. Biocenosi (comunità vegetali e animali, ndr) tipiche dalla prateria di Posidonia, poi Facies a briozoi (animali invertebrati), Poriferi (spugne) e Gorgonacei (coralli duri). Un insieme di popolamenti vegetali e animali che rappresentano la maturità di un ecosistema. Un fondale duro, in genere roccia di natura organogena».

Una sorta di paradiso sottomarino, insomma. L'esperto ha agito con Rocco Mussat Sartor e Marco Battuello, biologi marini, e anche il biologo Matteo Bontà, Luca Appolloni, docente di scienze ambientali dell'università Parthenope di Napoli, esperto ittiologo e Simone Belletti, dive master. «Abbiamo fatto foto e video previsti dal Ministero dell'Ambiente- conclude il biologo- Le boe da installare serviranno da appoggio alle imbarcazioni dei sub; in tal modo non ci sarà ancoraggio nei fondali per non provocare danni». »È necessario, – aggiunge Mussat Sartor – che le future attività subacquee mantengano inalterato questo patrimonio naturale, grazie ad una specifica regolamentazione. Nei punti investigati, sul fondale marino, emergono segni inequivocabili di attività illecite di pesca; resti di tramagli e di palamiti ricoprono, soffocandoli, rami di Paramuricee e altri Gorgonacei». (s.b.)

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