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HOTEL PIANOSA

Corriere Fiorentino, 8 agosto 2011

Da meno di una settimana, nell'ex foresteria del carcere, è stato aperto il primo albergo dell'isola. Sei camere nell'ex isola dei mafiosi, paradiso di natura e mare

Hotel Pianosa. Non è uno spot. Ma una verità destinata a cambiare il volto dell'ex isola dei mafiosi, l'inferno del 41 bis, lo scoglio di dieci chilometri quadrati a ovest dell'Elba, misterioso e blindato nella sua storia altalenante da colonie penali di tutti i tipi. Da meno di una settimana, nell'ex foresteria del carcere, è stato aperto il primo albergo dell'isola. Sei camere appena, ma di una suggestione e di una bellezza (intesa come estetica dello spirito) tali da spingere già un sacco di persone a mettersi in lista per un soggiorno che può durare settimane. Si può. Senza alcun problema burocratico o di permessi. Basta telefonare alla sede della San Giacomo, la cooperativa gestita da ex detenuti o in regime attenuato, mandare un fax o una mail e il soggiorno diventa realtà.

Attenzione: è un albergo vero, quello di Pianosa, con tariffe che rispecchiano (con un po' di risparmio) il mercato: cinquanta euro a persona per dormire e, al mattino possibilmente presto per non perdere i profumi e i colori dell'alba, rilassarsi con una buona colazione davanti al mare. Novanta se si pretende una pensiona completa. Gestita dalla stessa coop, con manicaretti decisamente squisiti. E' un primo passo, decisivo forse, verso la liberalizzazione dell'isola. Che non vuol dire assalto. Oggi possono sbarcare 250 persone al giorno. Forse sono poche, ma certamente Pianosa non può sopportare i flussi turistici delle località balneari. Però non può tornare carcere, come lo era stata sino a tredici anni fa e come avevano ipotizzato ministri, anche di questo governo. Ci sono luoghi indimenticabili e da valorizzare. Punta Marchese è una terrazza sul mare davanti alla Corsica. A est ci sono i ruderi dell'antico sanatorio, i pozzi romani sulla sorgente d'acqua potabile, la villa di Agrippa e una grotta che custodisce i resti di una comunità del periodo paleolitico.

I resti archeologici, ma anche delle strutture dell'ex carcere, si stanno disgregando. Divorati da libeccio e salmastro, cancellati dall'incuria. Il comune di Campo nell'Elba (al quale Pianosa appartiene) ha promesso sviluppo, collegamenti giornalieri con l'Elba e la terra ferma. Ma anche tutela ambientale dell'isola. Sotto la tutela del Parco con progetti che possono condividere ecologia e sviluppo. Hotel Pianosa ne è una dimostrazione. «Qui una vacanza è un'esperienza straordinaria ma pure alternativa e atipica - dicono alla cooperativa - che non può prescindere dall'ambiente. Chi pretendesse di sbarcare con la mentalità di un turista mordi e fuggi non sarebbe il benvenuto». I veri tesori dell'isola sono la flora, il paesaggio. E soprattutto i profumi. Che entrano nell'anima. Appena sbarcato (da Campo nell'Elba) sei avvolto da nuvole invbisibili di odori. Centinaia di specie arboree: erica, mirto, finocchio selvatico, corbezzolo. Con un po' di fortuna si può convincere i gestori della coop a fare una gita con il calesse verso il centro dello «scoglio». Luoghi incredibili, spazi che scivolano apparentemente senza continuità, verso il mare e il cielo. Stai qui e pensi di essere in uno strano luogo liminale. Una volta inferno dei boss, oggi paradiso dei vacanzieri con la testa sulle spalle e il cuore verde.

Marco Gasperetti

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