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PIANOSA E' FUORI DAL PIANO DELLE CARCERI DEL MINISTRO ALFANO

alt file Il Tirreno Extra, 15 gennaio 2010

Tramonta (ma aggiungere "di nuovo" è d'obbligo) l'ipotesi di riapertura delle strutture carcerarie dull'Isola di Pianosa. E quel "di nuovo" inquina il sollievo del dare la notizia perché niente appare instabile e ballerino come il destino della antisismica isola piatta.

"Di nuovo tramonta" un disegno ministeriale di riportare 14 miglia a Sud dell'Elba i detenuti del 41 bis, perché resta sempre pendente la possibilità di dover scrivere: "Sorge l'ipotesi ..." al prossimo cambio di maggioranza, o di ministro, o di zigzagante politica penitenziaria del governo.
Diciamo allora che c'è da prendere atto con sollievo che il piano delle carceri presentato dal Ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano non prevede il ritorno alle funzioni di detenzione della strutture pianosine così come annunciato mesi fa.

L'aumento delle complessive potenzialità nazionali di ospitare cittadini ristretti (ed il conseguente aumento di un personale di custodia già prossimo in molte situazioni allo stremo) non riguarderà significativamente il territorio dell'Arcipelago.

La pressione numerica maggiore infatti la si registra non tanto su strutture deputate (come è il caso di Porto Azzurro) ad accogliere detenuti già destinati a scontare lunghe pene, ma sulle case di reclusione dove stazionano talvolta anche per pochissimi giorni persone in attesa di giudizio o cui si fa carico di reati minori (cittadini in buona parte stranieri che forse sarebbe il caso di perseguire e/o controllare in maniera alternativa rispetto alla restrizione in carcere, costerebbe peraltro un mare di soldi in meno alla comunità).

Ma tornando specificamente ai nostri lidi per farla finita con questa doccia scozzese del carcere di Pianosa che riapre o no la strada possibile avrebbe potuto indicarla anche Monsieur De Lapalisse: spingere perchè ci si faccia altro, e nel caso di specie questo "altro" non può essere scisso dalle finalità naturalistiche e conservazionistiche che l'essere una area protetta di valore sovranazionale conferisce a Pianosa, che sarebbe un crimine sputtanare con un riuso territorialmente aggressivo, ma sulla quale occorrono investimenti necessari alla sua utilizzazione come risorsa di un turismo ambientalmente sostenibile e come laboratorio ambientale.

Funzioni che non sarebbero a nostro avviso in contrasto con l'implementazione del numero di detenuti affidabili o semiliberi destinati con il personale di custodia a "manutenere" l'isola, ma farebbero a cazzotti con la riapertura del carcere così come lo abbiamo conosciuto in un secolo che ormai è alle nostre spalle.

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