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PIANOSA, ISOLA IN DEGRADO. CASE PIENE DI CREPE E RIFIUTI SUL FONDO DEL MARE

Il Tirreno Extra, 10 ottobre 2009

Pianosa, isola in degrado Case piene di crepe e rifiuti sul fondo del mare.
11 Comune di Campo chiede al Demanio gli immobili e pena a un progetto per riqualificare íl territorio

MARINA DI CAMPO. Case piene di crepe. Elettrodomestici ricoperti di ruggine, materiale archeologico usato come banco di lavoro. Pianosa, è probabilmente una delle isole più belle della regione. Basta però trascorrere una giornata in giro fra le case, una volta abitate, per rendersi conto del degrado che, anno dopo anno, sta diventando l'unico padrone di questo piccolo angolo di mondo.
Case piene di crepe che danno l'impressione di crollare da un momento all'altro si affiancano ad alcune costruzioni ristrutturate (in netta minoranza) come la Specola, il ristorante della cooperativa San Giacomo e la foresteria.

Le costruzioni carcerarie sono in ottimo stato, ma ciò che c'è dentro è stato lasciato marcire là per più di dieci anni, come nelle cucine della caserma bombardi: frigoriferi, forni, friggitrici ed elettrodomestici vari che magari all'epoca erano anche nuovi, ma che ora sono solamente un ammasso di ruggine con certificato di garanzia annesso.
Un ulteriore problema che affligge Pianosa è che tutti gli edifici, tranne qualcuno, appartengono all'Agenzia del Demanio.

«E' in corso un procedimento giudiziario fra il Comune di Campo nell'Elba e il Demanio per stabilire la proprietà di alcune locazioni», dice Giuseppe Foresi, delegato del comune campese per Pianosa. «Se verranno risolti a nostro favore, partiranno una serie di progetti volti a riqualificare il territorio». La sinergia fra il Parco la nuova amministrazione è totale.

«ll nostro obiettivo - dice Yuri Liberto, consigliere comunale di Campo nell'Elba - è ridare Pianosa agli elbani. Se una famiglia campese ad esempio vi volesse trascorrere un weekend, anche durante la bassa stagione, non vedo perché non potrebbe farlo. Noi vogliamo fare in modo che ciò diventi realtà». Volontariato per ripulire l'isola.
Una formula che si potrebbe riproporre per ripulire il fondale del porto e dello specchio acqueo popolato da una vasta quantità di pesci, ma anche da cartacce, plastiche e pneumatici di automobili.

Ma non solo dare valore al patrimonio archeologico: ora i resti della villa romana vengono usati come banco da lavoro.

Stefano Taglione

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