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RIAPRIRE IL CARCERE DI PIANOSA? UN RISCHIOSO PASSO INDIETRO

Il Tirreno Elba News, 22 maggio 2008

«Riaprire il carcere di Pianosa? Un rischioso passo indietro»
I timori di Tozzi per l'ecosistema e per i progetti di recupero già avviati.

CAMPO NELL'ELBA. Le carceri sono piene e lo saranno ancora di più se passerà il reato di immigrazione clandestina, così come annunciato dal nuovo governo. E allora ecco che arriva la proposta choc del procuratore di Agrigento Ignazio De Francisci di riaprire il carcere di Pianosa. Un'ipotesi che lascia molti perplessi.
A Pianosa è infatti in corso un esperimento che vuole coniugare tutela dell'ambiente e reinserimento dei detenuti. Lo sforzo di amministrazione penitenziaria, enti locali e Parco è stato finora quello di formare sull'isola manodopera qualificata. In questo senso va letto anche il piano che prevede l'impianto di vigneti per 15 ettari, dove a lavorare saranno proprio coloro che hanno scontato già il grosso della pena: le venti persone oggi sull'isola salirebbero così a cinquanta.

La riapertura del carcere sarebbe per molti un passo indietro: Pianosa tornerebbe ad essere una vera e propria colonia penale e non più un luogo dove si sperimentano forme di recupero. Il presidente del Parco dell'Arcipelago Toscano, Mario Tozzi cita gli studi dell'Università di Pisa che dimostrano come l'ecosistema di Pianosa non possa tollerare la presenza di oltre 450 persone. «Proprio in base a queste valutazioni abbiamo regolato i flussi turistici - dice - e dunque come si fa a parlare della riapertura completa di un carcere che potrebbe ospitare 600 detenuti? Hanno invece molto più senso le attività che stiamo portando avanti, che si limitano a poche decine di persone. E poi vorrei ricordare che Pianosa è un Parco nazionale e l'ipotesi di un carcere non è compatibile con questa sua caratteristica».

Anche il sindaco di Campo, Antonio Galli, che assicura di non saperne nulla, parla di una scelta «prematura e problematica». Tuttavia, precisa, «noi non abbiamo mai precluso la riapertura di una piccola struttura di detenzione, è un'ipotesi che non è contraria al nostro programma, ma - aggiunge - certo non vogliamo un ritorno a un' "isola carcere" che può essere d'intralcio alla fruibilità di Pianosa stessa: l'isola deve continuare ad essere un luogo dì sperimentazione e apertura».
Senza contare poi che sarebbe necessaria una ristrutturazione impegnativa, visto che il penitenziario è dismesso da dodici anni e la ex sezione di massima sicurezza, la "Agrippa", sta cadendo a pezzi. Comunque vada, visto che in Italia i clandestini sono centinaia di migliaia, la riapertura di Pianosa sarebbe solo un piccolo palliativo.

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