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PRESENZE SULL'EX ISOLA BUNKER, INFURIA LA POLEMICA

lisola, 6 maggio 2008

Presenze sull'ex isola bunker, infuria la polemica.

CAMPO - La regolamentazione delle visite a Pianosa torna a far parlare di sé. Stavolta al centro della polemica c'è una dichiarazione rilasciata da Umberto Mazzantini ad un quotidiano locale, in cui il portavoce di Legambiente annuncia alcune modifiche rispetto agli anni scorsi nella gestione dei turni dei volontari all'interno delle associazioni che garantiscono i servizi sull'isola. Secondo quanto previsto dalla bozza del protocollo operativo, che attende ancora l'approvazione del Comune di Campo, i membri dello staff, eccetto i capiturno, non potrebbero restare a Pianosa più di 7 giorni, «per evitare - spiega Umberto Mazzantini - che la permanenza di queste persone si trasformi in vere e proprie vacanze».

Immediata la risposta dell'Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa, che rivendica la serietà e la necessità del proprio operato sull'isola. Nel corso degli anni «non una voce si è alzata contro di noi», replicano gli amici di Pianosa, in gran parte pianosini di nascita che sul loro temtorio natale gestiscono una mostra fotografica nell'ambito di un impegno per la tutela e il recupero locali.

Impegno che si traduce anche in termini economici. «Abbiamo speso decine di migliaia di curo per poter avere una sede, pagarne l'affitto e sistemarla, per allestire e migliorare una mostra che nessuna delle sette isole dell'Arcipelago può vantare. Senza contare i più di 20mila euro che perderemo quest'anno per restaurare le cappelle del cimitero: in questi giorni sono iniziati i lavori della Coop S. Giacomo.
Con le dovute proporzioni, l'Ente Parco ha forse speso quanto noi per Pianosa?», chiedono stizziti i soci, che da quest'anno, oltre agli 800 euro devoluti al Demanio per l'affitto della sede, dovranno pagare un contributo per i locali dove viene allestita la mostra.

I pianosini non risparmiano stoccate dirette al portavoce di Legambiente, accusato di ripetute e infondate illazioni ai loro danni «senza che l'ipotesi che qualcuno di noi possa fare vacanza a Pianosa sia giustificata con dati di fatto». «Evidentemente il rancore di Mazzantini è profondo a tal punto da sfociare in gratuite diffamazioni senza fondamento, parlando a nome di una delle maggiori associazioni ambientaliste italiane. (...) l'appartenere ad essa la fa sentire superiore a tutti, senza l'obbligo di conoscere ciò di cui parla?».

Nella lunga lettera dei pianosini trova spazio una velata critica all'attuale gestione delle presenze sull'isola: «a Pianosa farebbe bene qualche residente in più per mantenerne le strutture», scrivono, «e forse anche qualche turista in più che permetta ai residenti di guadagnare qualcosa e reinvestirlo sul territorio».
Umberto Mazzantini definisce le accuse dell'associazione frutto di «un pregiudizio evidentemente radicato» e quanto emerso sulla stampa una semplificazione, «per necessità di brevità, di una discussione da me riferita sommariamente». In merito alla gestione dei turni dei volontari, l'ambientalista si sarebbe infatti limitato ad approvare un regolamento proposto al Direttivo del Parco, concordato in riunioni con altri Enti.

«L'unico intervento che ho fatto in merito», precisa Mazzantini, «è stato quello di chiedere che la regola dei sette giorni di presenza per tutti i membri di associazioni non valesse, come era nella versione originale, per i responsabili dei volontari ed ho esplicitamente citato come esempio la gestione della mostra su Pianosa, che ha bisogno di presenze prolungate e costanti. Mi dispiace», prosegue il portavoce di Legambiente, «che un atto di rispetto per un lavoro ed un ruolo svolto si sia trasformato in un capo di accusa contro di me».
Mazzantini ridimensiona inoltre il peso che l'Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa sembra attribuirgli nelle decisioni riguardanti la loro terra natale:
«Non sono l'ispiratore palese ed occulto di limiti e vincoli, frutto di accordi fra istituzioni da me semplicemente ratificati con un voto che su Pianosa è sempre stato uguale a quello degli altri 12 componenti del Direttivo del Pnat. (...) Non sono l'eminenza grigia del Parco e una cosa deve essere chiara: non porto rancore a nessuno, i nemici me li scelgo io e tra questi non ci sono gli Amici di Pianosa».

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