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CONTROCOPERTINA: LE RAGIONI DEGLI AMICI DI PIANOSA E QUELLE I LEGAMBIENTE

Elbareport, 1 maggio 2008

Controcopertina: Le ragioni degli Amici di Pianosa e quelle di Legambiente




Gli Amici di Pianosa: Perché tanto rancore?

[…] Rimarrà fisso il capoturno, ma gli altri membri dello staff non resteranno a Pianosa più di 7 giorni, «per evitare - spiega Umberto Mazzantini - che la permanenza di queste persone si trasformi in vere e proprie vacanze.» […]

La prima reazione che ho avuto è di una fastidiosa profonda e grande rabbia, un vero mal di pancia. La rabbia di una persona che è nata a Pianosa, dove ha i nonni paterni sepolti, e che prova dentro di sé il grande rammarico di non averci potuto o forse voluto portare suo padre quando, due anni fa, ci ha lasciati. Le mie zie, che ormai superano i novant'anni, anch'esse «profumano di Pianosa». Quando mi vedono, e con me anche i tanti loro parenti e amici anziani, i loro occhi brillano perché finalmente possono parlare della loro isola con qualcuno che le capisce e che le ascolta volentieri. Una di loro da quasi vent'anni ogni tanto telefona al corpo di guardia degli Agenti della Penitenziaria, solo per il piacere di parlare con qualcuno che vive a Pianosa, raccontando, a chi risponde, come è bella la sua isola. Ma lei, Signor Mazzantini, che cosa capisce di tutto questo? La sua casa, la sua spiaggia e i campi dove da piccolo giocava a pallone li vede quando vuole; e se un giorno se ne andrà dall'Elba, nessuno le impedirà di tornarci, per rivedere i suoi luoghi più cari, tante e quante volte le pare. Questo era lo spirito di chi, come me, tredici anni fa fondò l'Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa.

Sono passati tanti anni, le persone che costituiscono l'Associazione sono aumentate e anche cambiate, ma anche e soprattutto sono cambiati gli obiettivi e lo statuto. Nel 1995 parlavamo degli interessi degli Associati, riferendoci al loro prevalente desiderio di poter tornare ogni tanto a Pianosa, anche per poche ore. Ora nel nostro statuto il desiderio prevalente è quello di impegnarci, affinché l'isola, nel rispetto della sua storia e della sua natura, possa essere tutelata e recuperata.

Non è una novità, invece, che il Signor Mazzantini non la pensi così sulla nostra Associazione. Il 17 aprile 2005 su Elba report, così si esprimeva: «…i frequentatori estivi dell'Isola gestiti dall'Associazione «Amici di Pianosa», ricercatori, imbucati e privilegiati vari, etc. « Già a suo tempo rispondemmo puntualmente a una accusa pesante rivolta a chi da anni cerca con poche finanze personali, e con molta volontà di fare qualcosa per Pianosa.

Ma evidentemente il rancore che il responsabile di legambiente nutre nei nostri confronti è troppo profondo! Ma quanto immotivato, egregio sig. Mazzantini! Lei ha avuto tre anni di tempo per trovare delle prove che convalidassero il suo pensiero, ma evidentemente, non sapendo dove appigliarsi, si lascia andare a gratuite diffamazioni senza fondamento, parlando a nome di una delle maggiori Associazioni ambientaliste italiane. Ma proprio questo dovrebbe darle delle responsabilità in più, dovrebbe portarla a parlare con più accuratezza e, prima di dare giudizi, dovrebbe conoscere e sapere di chi sta parlando, e, se muove delle accuse, accertarsi che esse siano circostanziate.

Sono passati tre mesi da quando in una riunione a Portoferraio alla presenza del Direttore e del Vicepresidente del Parco, dei rappresentanti delle istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione), del Direttore dell'APT di Portoferraio, del Direttore del Carcere di Porto Azzurro e di tutte le Associazioni, cooperative o privati che operano su Pianosa e non ultimo del responsabile regionale del WWF, non una voce si è alzata contro di noi; anzi, tutti ci hanno ringraziato per ciò che stiamo facendo nonostante le difficoltà che dobbiamo affrontare per operare a Pianosa. In questi anni abbiamo parlato e ci siamo incontrati con tutti, ci siamo presentati e fatti conoscere, facendo seguire alle parole i fatti. Ma ogni tanto rispunta lei con le sue illazioni. E mi dispiace, e sono sorpreso e stupito del fatto che la sua voce sia l'unica ascoltata negli uffici di Via Guerrazzi, dove, sia con il Prof. Tanelli che con il Dott. Barbetti, l'Associazione aveva stabilito una buona collaborazione basata sulla stima reciproca.

Ripeto ancora quanto scritto tre anni fa: che noi si possa fare le vacanze a Pianosa; lei deve giustificarlo con dati di fatto, dimostrando in cosa abbiamo mancato, o se, approfittandoci dell'opportunità della gestione della mostra, abbiamo mai trascorso intere giornate al mare o a passeggio. Non mi risulta che in questi anni ci sia mai arrivata una critica in tal senso, mai una volta la mostra è stata trovata chiusa, ogni anno ci siamo impegnati nel migliorarla e ampliarla. Ogni giorno puliamo le sale e il cortile di accesso. Sono migliaia i turisti che l'hanno visitata e mai una volta si è alzata una critica negativa. Abbiamo speso decine di migliaia di euro per poter avere una sede, pagarne l'affitto e sistemarla, per allestire e migliorare una mostra che nessuna delle sette isole dell'Arcipelago compresa la maggiore Elba può vantare.

Senza contare i più di 20.000 € che spenderemo quest'anno per restaurare le cappelle del cimitero; e a tal proposito, in questi giorni sono iniziati i lavori della Coop S. Giacomo. Con le dovute proporzioni, l'Ente Parco ha forse speso quanto noi per Pianosa? E non è solo questo: il sostegno ai ricercatori e ai laureandi, i libri che abbiamo pubblicato (quest'estate uscirà il settimo), gli articoli sulle riviste, gli interventi alle trasmissioni televisive. E poi l'assurdo degli assurdi: forse, Signor Mazzantini, lei non sa, o fa finta di non sapere che l'Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa ha un regolare contratto di affitto con il Demanio. Chi legge, è bene che sappia che paghiamo quasi 800,00 € al mese di pigione per la sede, e che da quest'anno ci verrà richiesto di pagare l'affitto anche per i locali dove allestiamo la mostra fotografica.

Forse lei non sa o si è dimenticato che tra i compiti dell'Ente Parco c'è anche quello di fare e promuovere ricerca, didattica, cultura e informazione, e non si è accorto che questo compito, a Pianosa, lo svolgiamo solo noi al posto del Parco, gratuitamente, anzi PAGANDO non solo in termini economici, ma anche in difficoltà, che ci vengono imposte da chi dovrebbe, invece, aiutarci e sostenerci. Quello che noi facciamo per Pianosa, lo facciamo con il cuore, con il desiderio di far rivivere l'isola nei fatti e nei ricordi. Ma lei cosa fa per Pianosa? Forse poco, se l'unica decisione che ha preso è quella di limitare se non impedire il nostro operato.

Ora cercherò di spiegare a tutti i lettori quali sono gli obblighi che il Parco ci ha imposto, ora evidentemente chiarito da chi siano stati suggeriti. Grazie al Sig. Mazzantini, da quest'anno, noi possiamo andare a Pianosa al massimo in 8 persone per volta, ovvero per settimana, dalle quali sono esclusi i minori di anni 4; solamente una decina di persone su tutta la Associazione (i capo nuclei, ovvero persone che noi abbiamo identificato, in grado di istruire i nuovi soci e garantire il corretto funzionamento della mostra) può tornare a Pianosa più di una volta. Come Associazione, quando andiamo a Pianosa, ci muoviamo in nuclei familiari. Forse, Signor Mazzantini, lei crede che sia giusto o normale che una persona prenda le ferie per andare a lavorare a Pianosa, lasciando moglie e figli a casa. Anzi, penso proprio che di questo sia convinto.

Forse non si è mai soffermato a pensare che è grazie a quelle poche persone, sempre disponibili, che, soprattutto nei mesi non estivi, riusciamo a tenere la mostra aperta. Non è un caso che meno della metà dei capo nucleo passino più di una settimana a Pianosa, e non è neppure un caso che siano tutti pensionati, e che difficilmente, poi, li rivede a Pianosa a Luglio o agosto. Un'ultima cosa: è sempre lei, che ha avuto la bella idea di decidere che i bambini sotto i quattro anni sono esclusi dal totale delle 8 persone autorizzate settimanalmente a andare a Pianosa? Se è stato lei, può spiegarmi perché 4 anni? Per le attività che svolgiamo, in cosa può esserci utile un ragazzo di 8, 10 o 15 anni? O forse è il livello di inquinamento che può provocare? Se è così, potrebbe permetterci di portare i neonati con il vincolo di evitare i pannolini; sa, la spazzatura, quando siamo fortunati, viene portata via dall'isola ogni sette giorni, e qualche volta è successo che il camion sia arrivato dopo due o tre settimane.

In definitiva, le famiglie, non poche, composte da 4 persone avranno serie difficoltà a andare a Pianosa. Nelle ore di maggiore affluenza, spesso dobbiamo essere 5 o 6 soci adulti a disposizione per accompagnare i visitatori nelle sale, qualcuno deve rimanere al banco dei libri all'ingresso, e almeno uno nella sala lettura. A proposito, sig. Mazzantini, lei ha mai visitato la nostra mostra? Si è mai fermato nella sala lettura? Ha mai letto un nostro libro? O l'appartenere a una grande associazione la fa sentire superiore a tutti, senza l'obbligo di conoscere ciò di cui parla, e impone regole a chi non conosce, senza neppure sapere cosa fanno?

Sempre nei vincoli impostici dal Parco, come tutti gli anni, abbiamo chiesto l'autorizzazione a poter fare delle passeggiate in colonia precedentemente o successivamente all'orario di apertura della mostra. Quest'anno ci è stata data l'autorizzazione, ma solo tra le 10,00 e le 19,00, ovvero in orario di apertura della mostra. Non è forse questa una chiara e meschina intenzione di ostacolarci e provocarci? Perché, già che c'è, non ci obbliga a fare il bagno nello stesso orario? E' chiaro che lei a Pianosa non vorrebbe farci più andare.

Ma ho anche la certezza che molti e non solo comuni persone, ma anche istituzioni apprezzano il nostro operato e non pochi affermano che l'unica cosa valida da vedere sull'isola è la nostra mostra, ovviamente oltre al mare, ma di quello, né io né lei abbiamo meriti.

E non mi si risponda che per il bene di Pianosa, è meglio che ci siano poche persone a vivere sull'isola. Perché a Pianosa farebbe bene qualche residente in più per mantenerne le strutture, e forse anche qualche turista in più che permetta ai residenti di guadagnare qualcosa e reinvestirlo sull'isola. Perché anche legambiente, come scrissi tre anni fa, non ha continuato a lavorare a Pianosa? Avreste anche voi potuto fermare il degrado della «vostra» casa e partecipato, anche se non per tutto l'anno a far rivivere l'isola.

Signor Mazzantini, dunque, una domanda: lei pensa che la rovina di Pianosa siano le persone che cercano di fare qualcosa, e i pescatori di frodo con reti a strascico e non solo, siano, invece, i benefattori invernali? Quando nacque il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, qualcuno cercò di spiegare la grande opportunità che questo comportava. Ma quale opportunità? Tutti i residenti dell'Arcipelago Toscano dovevano veder migliorare la loro qualità della vita, la salvaguardia dei loro bellissimi territori e coste, magari aumentando le opportunità di sviluppo economico o rivalutazioni e conversioni di antichi mestieri. Da dieci anni si parla di far rivivere Pianosa. E appena qualcuno ci prova, lei mette i paletti. Complimenti per le scelte!

Quest'anno, se qualche suo amico vuole venire a salutarla, si accerti che non sia una scusa per fare il bagno all'Elba, ne stabilisca il numero massimo compresi i minori, gli orari, e soprattutto li avvisi che possono venire solo una volta, perché anche l'Isola d'Elba è del Parco. Ma sia prudente: se vengono in troppi, il suo sindaco potrebbe lamentarsi per l'eccessivo carico antropico del paese.

Mi scuso con i lettori per un articolo così lungo, ma devo aggiungere poche note dell'ultimo momento:
• La prossima settimana la mostra rimarrà chiusa perché non abbiamo trovato soci disponibili per andare a Pianosa.
• Il capo nucleo di questa settimana ha avuto 4 giorni di febbre, e alla mostra sono rimaste fisse 2 persone, sempre le solite, e meno male che non siamo d'agosto. E guarda caso, in questo periodo a Pianosa non c'è neppure un medico.

Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa - ONLUS




Umberto Mazzantini: Risposta agli amici di Pianosa

E' difficile rispondere ad una lettera lunghissima che si basa solo su un pregiudizio evidentemente radicato. Devo dire che anche io, che pure risulto l'intervistato, quando ho letto ormai molti giorni fa quella frase sul Tirreno sono rimasto interdetto perché, in un lungo colloquio con la brava collega, non mi sono espresso in quei termini.

E' evidente che per necessità di brevità, come spesso succede, mi è stata attribuita una cosa che è circolata nel dibattito svolto al Direttivo del Parco (e non riferita all'Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa), una discussione che io ho riferito sommariamente, ma quelle cose non le ho dette io. Di quel direttivo ci sono i verbali e le registrazioni, se gli Amici di Pianosa vogliono vederli e sentirle possono tranquillamente chiederli all'Ente Parco.

Sono abituato ad assumermi le mie responsabilità e spesso a caricarmi anche quelle di altri, ma stavolta ho solo approvato un regolamento proposto al Direttivo del Parco, alla cui scrittura non ho partecipato in nessun modo, e che è stato concordato in riunioni con altri Enti. Se non ci si crede si può chiedere al funzionario che ha trascritto materialmente la bozza di protocollo ed ai rappresentanti delle istituzioni che si sono incontrate per redigerlo.

L'unico intervento che ho fatto in merito è stato quello di chiedere che la regola di sette giorni di presenza per tutti i membri di associazioni non valesse, come era nella versione originale che io vedevo per la prima volta in quel direttivo, per i responsabili dei volontari ed ho esplicitamente citato esempio la gestione della mostra su Pianosa, curata dagli amici di Pianosa, che ha bisogno di presenze prolungate e costanti.

Mi dispiace che un atto di rispetto per un lavoro ed un ruolo svolto si sia trasformato in un capo di accusa contro di me. Vedo che mi si accusa anche di essere l'ispiratore palese ed occulto di limiti e vincoli riguardanti permessi, numeri ed età dei visitatori, e mi se ne chiede conto, posso solo dire che quei limiti non li ho scritti né ispirati, fanno parte di accordi tra istituzioni che io ho semplicemente ratificato con il mio voto che su Pianosa è sempre stato uguale a quello degli altri 12 componenti del direttivo del Parco, amministratori comunali compresi. Così come posso assicurare di non essermi mai occupato personalmente di nessuna richiesta rivolta al Parco dall'Associazione per la difesa dell'isola di Pianosa.

Le uniche volte che ho partecipato come componente del Direttivo del Parco a discussioni tra istituzioni su Pianosa era sempre Presidente del Parco il Professor Giuseppe Tanelli.
Non sono io che firmo bozze e protocolli d'intesa, quindi le risposte alle domande che mi si pongono vanno cercate da altre parti, io e Legambiente siamo sempre pronti ad assumerci le nostre responsabilità, ma devono essere le nostre non quelle per sentito dire.

Certo fa comodo dare le "colpe" a Mazzantini e a Legambiente, è fastidioso ma ci abbiamo fatto il callo, soprattutto quando il chiacchiericcio viene da Pianosa dove qualche piede importante o economicamente coinvolto lo abbiamo pubblicamente pestato, forse è da quegli ambienti che vengono propalate le favole di un Mazzantini fisso al parco che complotta, inciucia e fa le pulci ad ogni documento che riguarda Pianosa. Purtroppo io vado al Parco solo per partecipare ai Consigli direttivi, poi torno a casa a fare il mio lavoro che mi impegna 12 ore al giorno e anche il sabato e la domenica.

Non sono l'eminenza grigia del Parco, come si vorrebbe far credere, e non lo sono mai stato.
Quando Legambiente dice qualcosa lo fa alla luce del sole, i corridoi e gli intrighi e i suggerimenti sussurrati all'orecchio li lasciamo ad altri e quando sbagliamo ce ne assumiamo pienamente la responsabilità.

Gli attacchi personali non mi spaventano, sono abituato fin dai tempi in cui il Parco bisognava farlo ed eravamo rimasti soli noi di Legambiente a prenderci gli sputi in faccia, quando Pianosa era un carcere speciale e la gente non ci poteva andare. Ma una cosa deve essere chiara: non porto rancore a nessuno, i nemici me li scelgo io e tra questi non ci sono gli Amici di Pianosa.

Umberto Mazzantini

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