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PIANOSA, È POLEMICA SULLE PRESENZE GIORNALIERE

Lisola 19 aprile 2005

Pianosa, è polemica sulle presenze giornaliere.
Rispunta l'ipotesi di aumentare il numero dei visitatori quotidiani sull'isola tornando al carico che nel 2004 fece inalberare il Comune di Campo nell'Elba, stavolta concorde col Parco. Legambiente: "Scelte dettate più dagli interessi commerciali che dalla cura dell'ambiente"

LA "strana" pubblicazione all'Albo Pretorio del Comune di Campo nell'Elba di un "verbale" su un incontro tra il commissario del Parco Nazionale, Ruggero Barbetti, e il vice sindaco campese, Enrico Graziani (vedi "Lisola" n. 14), lascia di stucco il circolo Arcipelago Toscano di Legambiente, sorpreso dalle indicazioni contenute nel documento. A maggior ragione se in ballo è la gestione dell'isola di Pianosa, da anni "parcheggiata" nel limbo dell'indecisione. A dimostrazione della delicatezza della materia. Fatto sta che, superata la fase del guardarsi in cagnesco, che nell'estate 2004 è esplosa in una polemica sulla capacità di carico antropico sopportabile giornalmente dall'ex Alcatraz del Tirreno, gestione commissariale e Amministrazione comunale di Campo nell'Elba hanno deciso di essere nemici-amici.

A suggellare il nuovo atteggiamento "collaborativo", l'ipotesi di riportare a 350, massimo 400, le presenze consentite quotidianamente a Pianosa, residenti esclusi. Che è come ritornare alla situazione della scorsa estate, che fece inalberare proprio l'attuale numero due della Giunta Galli, irremovibile contro la decisione del Parco di aprire ogni giorno l'isola piatta a 450 ospiti, allora ingestibili veniva sostenuto per i livelli di organizzazione e l'assenza infrastrutture e servizi in loco. Fu proprio la linea dura del Comune campese, che introdusse anche un biglietto d'ingresso all'area agricola di Pianosa, a costringere Barbetti a sospendere prima (per ventiquattr'ore) l'accesso a Pianosa e poi a riportare i visitatori giornalieri ai 250 delle stagioni precedenti.

Adesso le carte in tavola sono improvvisamente di nuovo cambiate e Legambiente si chiede come mai quest'anno "senza che si sia ancora fatto niente (nessun progetto di una gestione diversa da quella del 2004, nessun miglioramento dei servizi igienici, etc)" si parli d'innalzare direttamente il numero dei villeggianti ammissibili. Una spiegazione l'associazione l'ha tentata.

Scrive infatti nel comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi: "Da quel che si dice con insistenza, sembra che a Pianosa nella prossima estate ci saranno venti famiglie di guardie penitenziarie residenti e circa sessanta detenuti (e in un'intervista televisiva, il dottor Tinebra, in occasione della visita del ministro Castelli all'Elba, ha detto che il Ministero della Giustizia vorrebbe aumentare di molto questo numero), alle quali si aggiungono i frequentatori estivi dell'isola gestiti dall'associazione "Amici di Pianosa", ricercatori, imbucati e privilegiati vari". Tutta gente, quest'ultima - fa notare il Cigno Verde -, che vive sull'isola e che "non sembra verrà conteggiata" tra i 350/400 visitatori consenti quest'estate a Pianosa.

Il problema è che il numero di persone che, bene o male, risiedono sull'isola, secondo Legambiente, oltrepassa le cento unità. A conti fatti, concludono gli ambientalisti, tra fissi e turisti si arriva tranquillamente a circa 500 persone al giorno, con una punta massima di 700 il martedì con i visitatori che sbarcano con il traghetto di linea della Toremar. Le proiezioni di Parco e Comune di Campo nell'Elba lasciano perplesso il circolo Arcipelago Toscano, che chiede a entrambi se abbiano valutato la produzione di spazzatura, che sull'isola viene ritirata solo il martedì (cosa che lo scorso anno provocò non pochi disagi).

"Lo studio della Provincia di Livorno, tratto da dati dell'Università di Firenze, che parla per Pianosa della capacità di carico antropico di 450 presenze giornaliere, alla quale si rifanno Comune e Parco per giustificare nel 2005 quel che non andava bene nel 2004" commenta il Cigno Verde "si riferisce a una gestione di Pianosa "a regime", cioè con servizi, acqua, fognature funzionanti e strutture per ospitalità, agricoltura, ricerca scientifica e turismo didattico restaurate e realizzate. Comune e Parco invece parlano semplicemente di scaricare sull'isola oltre 400 persone al giorno che, in effetti, finiscono per occupare tutti la spiaggetta di Cala Giovanna - con due gabinetti funzionanti -, ormai trasformata in una succursale affollata di un qualsiasi stabilimento balneare malgestito".

Il gioco, fa capire l'associazione, non vale la candela, se si considera quale immagine di isola gestita dal Parco Nazionale riceva un escursionista qualsiasi che si reca a Pianosa per scoprire un pezzo di Mediterraneo ancora intatto e si ritrova a "conquistarsi la spiaggia come fosse a Viareggio". Eppure, viene fatto notare dal Cigno Verde, le buone proposte non mancano.

Due per tutte: la creazione di punti di immersione controllati e destinati ai diving, con guide ambientali a bordo, e la proposta di gestione del flusso di visitatori avanzata dalle agenzie di viaggio elbane. "Come si rapporteranno questi progetti con i 350/400 visitatori scaricati ogni giorno su Pianosa" chiede Legambiente "e come questo enorme flusso turistico inciderà su un'isola di 10 kmq, Zona di Protezione Speciale dell'Unione Europea che ospita preziose rarità faunistiche e botaniche e che, nei giorni scorsi, il Ministero dei Beni Culturali ha sottoposto interamente a vincolo archeologico?". A queste domande l'associazione gradirebbe avere delle risposte dal commissario del Parco Nazionale, a cui da tempo è stato chiesto un incontro. Invano, perché a quanto sostengono gli ambientalisti Ruggero Barbetti avrebbe replicato opponendo la definizione della prossima gestione di Pianosa con Comune e Capitaneria di Porto e soltanto quando tutti e tre gli enti avranno definito il daffarsi, in maniera condivisa, sarà possibile un incontro. "Dal "verbale" su Pianosa esposto all'albo del Comune di Campo nell'Elba sembra che le idee ci siano e gli accordi anche" commenta il Cigno Verde, sempre più perplesso su scelte che a suo giudizio "sembrano più dettate dagli interessi commerciali che dalla cura dell'ambiente che dovrebbe essere la bandiera di battaglia in un territorio protetto da un Parco Nazionale".

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