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IL CONSULENTE, IL SEQUESTRO E IL GROVIGLIO DI COMPETENZE

Lisola 26 agosto 2003

Il consulente, il sequestro e il groviglio di competenze.
La vicenda del sequestro dell'elicottero utilizzato dal consulente del Parco per sorvolare Pianosa pone nuovamente sul piatto l'incertezza del destino dell'Isola e solleva il problema dell'accavallamento di competenze, che sarebbero fin troppe per un territorio così strategico e appetito

Il sequestro cautelativo del velivolo utilizzato dal consulente del Parco per le Isole Minori Foresi e il segretario particolare del Ministro dell' Ambiente Brogi, al centro delle cronache politiche di questi giorni e che è costato un avviso di garanzia ai due funzionari, al pilota del mezzo e ai due imprenditori di Fucecchio Val d'Arno con loro a bordo, se non altro pone nuovamente all'attenzione dell'opinione pubblica l'incertezza che permane sul futuro assetto di Pianosa, uno tra i più ambiti ed appetiti tesori naturalistici e storici d'Italia.

E solleva soprattutto una questione mai volutamente risolta: il groviglio delle competenze rivendicate sull'isola da ben sette soggetti diversi tra enti e organi di vigilanza: Ministero dell'Ambiente, Ministero delle Finanze, Ministero di Grazia e Giustizia, Parco Nazionale, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Campo. Cui si aggiungono il Vaticano per quanto concerne le Catacombe e la Soprintendenza ai Beni Archeologici e culturali per i numerosi reperti archeologici presenti.
Nonostante la cintura di sicurezza che il super nutrito elenco di soggetti dovrebbe garantire, più virtuale che reale e in realtà quasi esclusivamente affidata al Parco, il contingentamento e l'ingresso dei visitatori presenta evidenti difficoltà di gestione e controllo. Lo dimostrano gli interventi sugli accosti illegali registrati, i verbali emessi a carico di nomi altisonanti pare beccati a bagnarsi in una cala totalmente of-limits e i soggiorni a poco meno di 3,50 euro il giorno negli appartamenti a disposizione del personale dipendente del Dap.

Auspicata, dunque, se non la cancellazione (di fatto impossibile) almeno la riduzione delle competenze o meglio l'attribuzione delle stesse ad un unico soggetto, che individuare nel Parco pare logico e naturale. Potrebbe essere l'unico modo, questo, per sgomberare il campo dagli equivoci ed individuare lacune e maglie troppo larghe, se ce ne sono. E attribuire soprattutto responsabilità specifiche a specifici soggetti, senza sparare come al solito nel mucchio, con l'unico risultato di non capirci più niente. Proprio come sta accadendo oggi.

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