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I VERDI CRITICI COL GOVERNO. NO ALLA RIAPERTURA DEL CARCERE

Il Tirreno 26 luglio 2001

IL FUTURO DELL'ISOLA
I Verdi critici col governo
"No alla riapertura del carcere"

PORTOFERRAIO. Non piace ai Verdi toscani l'ipotesi di riaprire il carcere di Pianosa lanciata martedì dal ministro di Grazia e Giustizia, Roberto Castelli.

Fabio Roggiolani, capogruppo di Verdi-Toscana Democratica in consiglio regionale, contesta l'ipotesi: "Il ministro leghista Castelli ha intenzione di far ritrovare alla Toscana la sua vocazione carceraria che faticosamente negli anni abbiamo cercato di cambiare. Evidentemente, i protocolli d'intesa e i programmi studiati per anni per il rilancio turistico e naturalistico di Pianosa per lui non servono a niente".

Secondo Roggiolani "c'è da pensare che i Lumbard cerchino di minare alla radice lo sviluppo naturalistico di Pianosa e quello turistico dell'arcipelago. È sconcertante che proprio chi ha protestato per anni contro "Roma ladrona e sprecona" si accinga a riproporre l'uso dell'isola come carcere quando è risaputo che i costi di esercizio di una struttura penitenziaria in un'isola sono così alti da essere incompatibili per le esigenze del bilancio statale".

"È strano, però - prosegue Roggiolani - che i sindaci di centrodestra dell'Elba, che hanno protestato per anni contro il Parco dell'Arcipelago, reo secondo loro di ingabbiare lo sviluppo, non abbiano protestato contro l'intenzione del governo di costruire questa volta una gabbia vera, quella con le sbarre".

Pianosa ha ospitato carceri per oltre 40 anni: nel 1992 alla sezione "Agrippa", supercarcere dotato di tutte le più sofisticate misure di sicurezza, vennero trasferiti i vertici di Cosa Nostra. Il carcere è stato chiuso nel 1999 e restituito all'uso pubblico attraverso il reinserimento nel Parco.

Il ministro Castelli, che due settimane fa ha visitato l' isola (dove ancora si trovano le strutture del carcere e della sezione speciale), ha detto martedì che il caso di Pianosa "pare clamoroso: ho potuto verificare che è stata abbandonata una struttura non solo perfettamente funzionante, ma anche in grado di far lavorare i detenuti". Tra gli obbiettivi che si è posto il Guardasigilli, la valutazione della possibilità "di riaprire le strutture abbandonate e ristrutturare le esistenti".

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