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SULLE TRACCE DEI "TESORI" DI PIANOSA

Il Tirreno 19 maggio 2001

Sulle tracce dei "tesori" di Pianosa
Il un libro di Mastragostino la storia archeologica e naturalistica.

MARINA DI CAMPO. Una serata culturale dedicata all'isola di Pianosa, ai suoi tesori quelli archeologici e naturalistici. Il tutto seguendo le tracce del libro "I Tesori dell'Isola di Pianosa nel Mar Tirreno" di Leonardo Mastragostino editore Morgana di Firenze. Sabato prossimo nella sala consiliare di Marina di Campo oltre al sindaco Antonio Galli saranno presenti il presidente del Parco, Giuseppe Tanelli, il direttore dell'Apt, Umberto Gentini l'archeologa Ilaria Monti e, naturalmente l'autore, Leonardo Mastragostino.

Insegnante, giornalista pubblicista e fotografo, impegnato da sempre anche nella difesa ambientale, Mastragostino ha iniziato ad occuparsi di Pianosa nei primi anni '80 quando l'isola fu proposta come sede di una grande centrale nucleare. Iniziò allora una ricerca in tutte le più importanti biblioteche fiorentine e presso gli autori di studi contemporanei, per approfondire i valori dell'isola ed evidenziarli anche ai fini della sua tutela. Nel libro, pensato come un ideale viaggio temporale e tematico ricco di citazioni ma rivolto al vasto pubblico, sono stati condensati i contenuti dei documenti e delle più importanti ricerche storiche, archeologiche, naturalistiche originate nei secoli scorsi ed unite a quelle recenti e odierne. L'auspicio, nei contenuti, è che l'isola, oggi tornata a nuova vita grazie anche all'inserimento nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, possa affermare e conservare i suoi diversificati valori nel contesto storico ambientale. Di certo il volume si propone di restituire all'Isola di Pianosa la vera identità culturale complessiva, storica e naturalistica, oltre la consueta "immagine" di ex colonia penale agricola e poi anche carcere di massima sicurezza per la quale è essenzialmente conosciuta al vasto pubblico. Le specifiche posizione geografica, morfologia, costituzione geologica dell'antica Planasia, hanno contribuito a plasmare una storia umana e naturalistica con caratteristiche spesso peculiari e di grande rilievo.

Pianosa è stata infatti fin dalla preistoria sede di antichissime comunità stanziali ed inoltre costituiva una terra di passaggio, un "collegamento" intermedio per gli uomini preistorici e protostorici, tra il continente ed il Massiccio Sardo-Corso.

Le testimonianze litiche e ceramiche ritrovate sull'isola nel corso del tempo non lasciano dubbi: materiali provenienti dalla Sardegna, dalla Corsica, dalle Isole Eolie e dalle Ponziane sono "documenti" precisi di quanto avvenuto in tempi remoti, così come i ritrovamenti di identiche ceramiche in Corsica. Si associano a questa situazione la presenza di numerose grotte naturali, antichi ripari ed abitazioni, nel bianco calcare pianosino. Lo stesso calcare che i protostorici furono in grado di scavare dal periodo del rame per ricavare "cavità artificiali" di varia foggia tra cui le particolari "sepolture a forno" che hanno restituito le testimonianze dei riti di quel tempo.

Tutti i successivi periodi storici sono rappresentati in questa"piccola grande" isola, con tracce lievi oppure evidentissime e costituiscono un filo conduttore culturale di grande rilievo didattico, assieme alla suggestione e al fascino di misteri ed incognite che permangono allo stato attuale delle conoscenze.

La storia specifica di Pianosa permette infatti di affacciarsi su un vasto orizzonte di vicende naturali ed antropiche che a loro volta ne sono parte integrante: dalla costituzione geologica alle vicende paleogeografiche e paleoclimatiche, dal fenomeno del nanismo insulare all'odierna ricchezza dei fondali dell'estesa piattaforma sommersa, dai veri significati politici dell'esilio di Postumo Agrippa durante il periodo imperiale di Cesare Ottaviano Augusto al cristianesimo documentato dal complesso catacombale dimensionalmente rilevante per un'isola così piccola, dalle dispute tra Pisa e Genova alla invasione dei turchi, dalle alleanze e lotte tra potenze europee alla presenza di Napoleone, per arrivare alla nascita della vera colonia penale agricola con l'annessione al Regno d'Italia.

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