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L'AGRICONSULTING, SOCIETÀ INCARICATA DELLA REDAZIONE DEL PIANO DEL PARCO...

Lisola 13 febbraio 2001

L'AGRICONSULTING, SOCIETÀ INCARICATA DELLA REDAZIONE DEL PIANO DEL PARCO, È PRONTA A RICEVERE INDICAZIONI E SUGGERIMENTI DA ISTITUZIONI, ENTI, ASSOCIAZIONI E OPERATORI ECONOMICO E SOCIALI DELLE ISOLE TOSCANE. IL TUTTO PER ARRIVARE ALLA CONCLUSIONE DEI LAVORI ENTRO IL PROSSIMO AUTUNNO. PARTECIPAZIONE E INTEGRAZIONE CON GLI ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SARANNO LE LINEE GUIDA DEL PRINCIPALE STRUMENTO DI PROGRAMMAZIONE DELL'ENTE PRESIEDUTO DA TANELLI. GRANDE ATTESA TRA GLI AMMINISTRATORI, CHE SPERANO NON VENGANO DELUSE LE ATTESE E CHE SIANO TENUTE NELLA GIUSTA CONSIDERAZIONE LE DIVERSE REALTÀ TERRRITORIALI

NASCONO il Piano del Parco e il Piano di sviluppo socioeconomico. L'attivazione procedurale del fondamentale strumento di pianificazione dell'Ente Parco è stata sancita in un incontro che si è svolto venerdì scorso all'ex caserma De Laugier. Al tavolo della concertazione, la Comunità del Parco, il Consiglio direttivo, le istituzioni e le forze sociali e produttive dell'Arcipelago. Adesso si tratta di predisporre le pianificazioni in tempi ragionevoli e, soprattutto, di dare le gambe al tutto per evitare che rimanga sulla carta, come è stato per i tanti piani dei vari enti competenti sul territorio, che si sono succeduti negli anni e che non sono mai stati adottati.

E' la principale richiesta che amministrazioni e operatori locali avanzano agli organi di gestione dell'Area protetta e alla società incaricata della redazione del Piano. Insomma, il territorio chiede che non si lavori invano. E l'Agriconsulting Spa. che si è aggiudicata, lo scorso anno, la gara europea per la redazione degli strumenti di pianificazione del Parco, è pronta a cogliere la sfida, forte dell'esperienza acquisita negli anni. La società è in piedi dal 1962, ha un fatturato di 60 miliardi e sedi a Roma e Bruxelles (ma è presente anche in altre parti d'Europa). Si occupa di progettazione e pianificazione nel compatto ambiente e agricoltura. Ha in organico circa 100 esperti, si avvale di 300 consulenti ed è consorziata con il Centro di Biologia Marina di Livorno. Questo il biglietto da visita dell'azienda che ha in mano le sorti del Parco e dell'Arcipelago Toscano.

Ad illustrare il percorso (che il presidente Tanelli ha specificato dovrà essere "partecipato, con momenti di consultazione con il tessuto istituzionale sociale e produttivo dell'Arcipelago"), il professor Gambino, coordinatore scientifico per la redazione del Piano. "Il concetto -ha puntualizzato il professor Gambino - è di costruire un'interpretazione strutturale del territorio che non sia settoriale". Interpretazione che va fatta con la partecipazione e il contributo di tutti. Ma non è questo il solo aspetto centrale della questione. Si presenta anche l'esigenza di non restringere le considerazioni all'interno del Parco, perché non si può prescindere da alcune realtà territoriali, e che siano dentro o fuori l'Area protetta poco importa Emerge dunque l'importanza della rivisitazione della perimetrazione, per inserire zone di pregio ambientale ed escluderne altre, attraverso la definizione delle aree contingue. E a detta di qualcuno il discorso non è più rinviabile. "I confini - dice Giovanni Frangioni, segretario della Cgil Elba - vanno rivisti subito, per chiarire se questi sono i parametri per pianificare lo sviluppo". Non solo.

Secondo Pizziolo, membro del Consiglio direttivo del Parco, la redazione degli strumenti di pianificazione dello sviluppo dell'Area protetta è l'occasione giusta per fare un salto di qualità ed uscire dall'emergenza di questi quattro anni. Ma tutti, e in particolare gli amministratori, si chiedono se ci sarà un effettivo cambiamento, In pratica se il Piano si integrerà e terrà veramente conto degli attuali valori del territorio, della cultura, delle tradizioni e dei tempi delle varie specificità dell'Arcipelago. C'è, insomma, il timore che tutto venga nuovamente calato dall'alto, con tante buone indicazioni ambiziose, che puntualmente resteranno disattese. "Spero che inizi un percorso di continuo dialogo tra amministrazioni e gruppo di lavoro -ha commentato il sindaco di Rio nell'Elba Catalina Shezzini - per cercare di sviluppare le varie realtà". Con tutto il retaggio che si portano dietro. Anche il presidente della Comunità del Parco, il sindaco di Portoferraio Giovanni Ageno, chiede che "il regolamento del Parco guardi alla valorizzazione di usi, costumi e attività tradizionali".

Da come è stato improntato il discorso, sembra si guardi ad un nuovo sviluppo e ad un turismo più prolungato puntando su strategie consone alla realtà dell'Arcipelago. "Sono curioso di vedere quello che succederà - ha fatto presente il sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti - perché come sostenitore del Parco pensavo che fosse un volano per l'economia, ma in questi quattro anni non è cambiato molto all'Elba". Ma è già un passo avanti la predisposizione stessa del Piano, che non tutti i parchi di nuova generazione hanno. Un Piano, oltretutto, che concentrerà la sua attenzione anche sul mare, coniugando e armonizzando lo sviluppo del patrimonio terrestre e marino. Del resto, ben 60mila ettari del mare che lambisce le isole toscane sono protetti dal Parco nazionale. "La pesca", ha sottolineato Tanelli, "verrà valutata e valorizzata".

Ma Umberto Mazzantini, consigliere del Parco, insiste con la revisione dei confini invitando a non dimenticarsi "della tutela della natura e dell'ambiente modificando la perimetrazione, che non soddisfa nessuno, e sedendosi al tavolo delle trattative con i cacciatori, magari per individuare nuovi tipi di attività venatorie nel le aree contigue". Insomma, le basi per la stesura di questo Piano non mancano, adesso è il momento che istituzioni e forze economiche e sociali manifestino collaborazione. Forse sarà la volta buona per operare un cambiamento, in maniera tale che l'Area protetta sia rivalutata agli occhi della gente. "L'intento è di costruire norme che costituiscano da indirizzo agli Enti locali - ha spiegato il professor Gambino -, i quali poi autonomamente le traducano in disposizioni". Appare chiaro che gli strumenti di programmazione dello sviluppo del Parco non si sostituiranno ai processi di gestione e pianificazione del territorio in essere.

Ma i tempi? Il lavoro si dovrebbe concludere entro il prossimo autunno. Nel frattempo, ci sarà un'altra seduta pubblica di confronto (verso maggio). e una terza a redazione avvenuta Nello stesso tempo, l'Agriconsulting incontrerà i soggetti che vorranno partecipare e, quindi, esaminerà i suggerimenti del caso.

In conclusione, merita evidenziare che alla riunione alla De Laugier erano presenti, per manifestare il proprio appoggio al Parco in questa delicata fase, gli assessori Tommaso Franci e Claudio Vanni. Il primo è responsabile delle politiche ambientali in Regione Toscana, il secondo delle attività produttive alla Provincia di Livorno.

Antonella Danesi

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