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PIANOSA, PRENDE IL LARGO LA CARROZZA DEL RE E NESSUNO SA DOV'E'

Lisola, 3 settembre 1999

Un vero e proprio giallo la "scomparsa" del calesse di Vittorio Emanuele III, trasferito nel continente lo scorso luglio all'insaputa del comune e della soprintendenza. L'Assessore Muti: "Se non l'avessi vista per caso sul 'Planasia' non avremmo mai saputo niente"

Pianosa, prende il largo la carrozza del Re e nessuno sa dov'è

E' rimasta per decenni depositata in uno dei magazzini dell'ex carcere di massima sicurezza, dopodiché, una tarda mattina di metà luglio è stata caricata a bordo del Planasia e trasferita a Firenze, presso il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria. Il destino della carrozza di Vittorio Emanuele III, però, sembra tutt'altro che segnato, O meglio, non appare ben chiaro chi abbia deciso la "deportazione" e per quale motivo lo abbia fatto. Per qualcuno si tratta dell'ultimo "giallo" della storia di Pianosa, l'ennesimo episodio inspiegabile di una serie che ha avuto per protagonista, dopo lo smantellamento della colonia penale, l'ex- Alcatraz del Tirreno.

L'operazione di trasferimento è stata compiuta in tutta fretta sotto gli occhi dei marittimi dei traghetto Toremar, che hanno accolto a bordo, incuriositi e un pò sconcertati, il camion della Polizia su cui era stata caricata la "regale" due ruote. Dopodiché dello storico mezzo si sono perse le tracce. Gli interrogativi, a questo punto, si sprecano: che fine ha fatto la carrozza del Re d' Italia? Sarà restaurata e consegnata a qualche museo? E soprattutto, perchè, il Ministero ha agito tenendo all'oscuro il Comune di Campo? "Se non avessi casualmente visto la carrozza a bordo del "Planasia" avrei saputo del trasferimento solo a cose fatte", commenta indispettito l'assessore alle Attività produttive e al commercio Luciano Muti, per anni reggente la segreteria Cgil di Pianosa. Il mistero, dunque, s'infittisce. Dal canto suo, l'ex direttore del carcere dell'isola, Pier Paolo D'Andria, non rilascia dichiarazioni (abbiamo tentato d'interpellarlo ripetutamente, ma senza successo).

Resta il fatto che la carrozza non è più al suo posto e che nessuno neppure la Soprintendenza ai Beni Culturali di Pisa sa esattamente che fine farà. In molti, e Muti fra questi, vorrebbero che il calesse, una volta riportato all'antico splendore, tornasse laddove è rimasto per decenni, in quell'isola del Diavolo dove sembra che Vittorio Emanuele III usasse trascorrere periodi di riposo e partecipare a battute di caccia. Una delle ultime testimonianze di quell'epoca, appunto, era costituita dalla vecchia carrozza. Era, appunto.

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