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L'EX ISOLA DEL DIAVOLO? DISCORSI, PROMESSE...PAROLE

Lisola, 5 febbraio 1999

L'INTERVENTO

"L'ex isola del diavolo? Discorsi, promesse...parole"

Quanto interesse per Pianosa. Quanti discorsi e promesse. Tante parole e fatti ancora nessuno.

Il caso Pianosa è diventato un problema elettorale, con maggioranza e opposizione che si dibattono tra critiche e autoesaltazioni. Nel frattempo si prepara un'estate peggiore della precedente, dove cambierà solamente il valore di una pescata, che non sarà certo quello dell'anno passato.

Tra qualche mese, però, nessuno si preoccupi e lanci allarmanti messaggi di soccorso, sarà inutile. Questo è già accaduto e non ha sortito alcun effetto, tanto che adesso, in pieno inverno 1999, perdura il pressoché completo abbandono dell'isola.

Seppure alcune priorità per Pianosa sembrino scontate, non possiamo esimerci dal rimarcarle, anche perché nel progetto del Prof. Totaro esse sono assenti o solo marginalmente considerate: collegamenti con l'Elba e il continente, fognature, servizi igienici pubblici, inquinamento delle falde acquifere, rimozione di materiali inquinanti e inerti. Sarebbe gradita una risposta a questi problemi, non attraverso progetti o promesse, ma con idee chiare e scadenze stabilite, possibilmente prima delle elezioni.

Il medesimo progetto si "arricchisce" dell'idea di ricoltivazione dell'isola con sistemi ecocompatibili. Un'iniziativa logica, quasi lapalissiana, che purtroppo non tiene conto della sostenibilità economica e che vive solo grazie a finanziamenti esterni (ma non eterni) che coprono gli alti costi e la minore produttività. Una buona proposta, comunque, ma che per essere vincente, dovrà essere abbinata con altre che la sostengano.

Noi vorremmo che Pianosa rivivesse di vita propria, con una sua popolazione stabile, con bambini che giocano o "sguazzano" alla spiaggiona; dove due giovani possano innamorarsi e sposarsi e la Chiesa fosse aperta ogni giorno con fiori freschi sull'altare. E' forse un quadro romantico, ma non esiste paese che possa definirsi tale se mancano questi presupposti. Finché essi non ci saranno si potrà parlare solo di uno scoglio isolato, interessante, ricco di storia, ma fantasma.

Vorremmo tanto sbagliarci, ma non riteniamo che i centri di studio universitario riescano a dare una vera vita all'isola. Comunque, questi potrebbero essere già qualcosa, se fossero in parte realizzabili. Nella realtà, come spesso succede, tanto più i progetti sono grandiosi e le parole roboanti, tanto più i fatti compiuti sono scarsi. Oppure, si assisterà alla realizzazione di una "cattedrale nel deserto"?

Ma tutto questo non conta. Quello che importa è che tra qualche mese ci saranno le elezioni. A ogni promessa corrisponde un voto, e ogni critica, soprattutto se capace di suscitare indignazione, rafforza la solidarietà degli esclusi dalla spartizione.

Noi siamo disposti a dire grazie a chiunque farà qualcosa di concreto. Di certo, per ora esiste solo un progetto, la cui ennesima assurdità è quella di non esser stato variato dalla sua stesura originale, dal momento che il presupposto fondamentale per la sua realizzazione, era la presenza del carcere, assente, che garantiva collegamenti, manodopera, e sussistenza di ogni tipo. Sempre in proposito a questo progetto, teniamo a precisare che quasi solamente nel palazzo del Comune di Campo, questo riscuote grandi consensi, e che di rado sono stati accolti i suggerimenti di comuni cittadini, giornalisti e ambientalisti che cose semplici, subito realizzabili, magari di non grande effetto, ma che cominciassero a produrre lavoro e benefici per Pianosa.

Per il prossimo futuro si possono immaginare due possibili situazioni. La prima è che tutto resti come l'anno passato, con responsabilità che saranno girate ai vari Ministeri di Grazia e Giustizia, dell'Ambiente, o del Tesoro. La seconda, ancora più squallida vede una prima speculazione turistica con una barca che condurrà "un numero limitato di turisti a Pianosa", "spennandoli", per far loro vedere le catacombe (se saranno aperte), la villa romana (se la copertura sarà sostituita o tolta), gli ex edifici carcerari (ma solo dall'esterno, perché gli interni sono in un vergognoso stato di abbandono e degrado), il porto (facendo attenzione alle persiane pericolanti e alle grondaie penzoloni), la spiaggiona (pregando di non lasciare rifiuti, perché nessuno poi li raccoglierebbe), e per finire tutti a mangiare un panino all'unica bottega esistente, prima di ripartire per l'Elba, con i complimenti e gli auguri dell'Unesco. A proposito di questa bottega: chi la rifornirà del pane e di quanto necessario? Forse la stessa barca che porta i turisti, o forse sempre gli agenti di custodia, o è previsto un collegamento periodico oltre i precedenti ipotizzati? Di chi saranno queste attività?

Prima di chiudere questo intervento, facciamo richiesta al Comune, che prima di organizzare queste "fantastiche" gite, provveda a chiudere le abitazioni abbandonate e rimaste con le porte e le finestre aperte, e a togliere le immondizie dai magazzini, dalle baracche e da altri locali. E non si nasconda l'inoperosità dietro gli intoppi burocratici o i passaggi di concessione, perché se veramente Pianosa fosse l'occasione che tutti credono, ci si muoverebbe sicuramente con maggior vigore e concretezza.

La realtà è che la probabilità di insuccesso del progetto è talmente alta, che, se qualcosa succederà, sarà a elezioni già fatte, e come sempre accade, nessuno ne avrà le responsabilità, gli uomini cambieranno e con essi i progetti, così, oltre ai due anni già persi, se ne perderanno perlomeno altrettanti scaricandosi delle responsabilità, che in Italia non sono mai di nessuno.

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