pianosa

UN'OPERAZIONE DA 12 MILIARDI

"Lisola", 11 aprile 1997

Dopo quello del Comune, illustrato da Lisola la settimana scorsa, ecco il progetto di parco messo a punto dall'"Associazione per la Difesa" che ipotizza di "dividere" Pianosa in tre sezioni (area urbana, agricola e riserva integrale) e di privatizzarvi ogni attività ad eccezione di quelle scientifiche. Previsti un Laboratorio di Scienze naturali, un Museo di Scienze archeologiche, un Museo carcerario ed una Azienda agricola

Un'operazione da 12 miliardi

"Indispensabile il controllo di Comune e Ente Parco"

Un'isola a gestione privata dove non si potrà soggiornare più di una settimana e dove contemporaneamente non potranno pernottare più di 500 persone. Un'operazione da 10-12 miliardi sulla quale il pubblico - Stato, Provincia, Comune e naturalmente Ente Parco Arcipelago Toscano - si dovrebbe impegnare a supervisionare e a garantire i servizi base: sanità, comunicazione, trasporti, rifiuti e depurazione.

È quanto propone l'"Associazione per la Difesa dell'Isola di Pianosa" per l'isola carcere, oggetto, da parte del sodalizio, di un progetto di Parco presentato a Livorno nell'ambito della VII Settimana della Cultura Scientifica svoltasi nella seconda metà di Marzo. Diversamente da quanto prospettato dall' Amministrazione comunale di Campo nell'Elba (esposto da lisola nel numero scorso) che rivendica un utilizzo pubblico dell'isolotto, l'associazione pianosina propone la creazione - pur escludendo la possibilità di nuove costruzioni - di strutture per l'accoglienza, di un centro commerciale di piccole dimensioni e della privatizzazione di tutte le attività ad eccezione di quelle svolte nei laboratori scientifici. Ma cominciamo daccapo.

Com'è a tutti noto, il decreto legge n. 553 dell'ottobre '96 fissa per il 31 ottobre 1997 il giorno di liberazione di Pianosa. A prescindere dal fatto che non è ancora chiaro se si tratterà di dimissione totale o parziale, ci si chiede quale tipo di Parco possa esservi istituito, dato che l'isola è parte integrante del Parco Nazionale dell' Arcipelago, chi sarà a gestirla, chi curerà la fase transitoria, le modalità, i tempi e i costi del progetto.

Da più di un anno al lavoro, l'"Associazione per la Difesa", che tra i soci annovera un elevato numero tra pianosini ed lebani, scarta le ipotesi che vanno per la maggiore (riserva integrale, isola satellite completamente dipendente dall'Elba, isola a limitata dipendenza dall'Elba) e sviluppa un profilo a metà tra gli intenti del Comune e le prospettive di chi intende per liberalizzazione l'apertura al turismo di massa. L'Associazione prospetta, infatti, lo sviluppo di diverse attività da svolgersi sotto il controllo e la direzione dell'Ente Parco e del Comune. Si ipotizzano forme di agricoltura e allevamento ecologici, la creazione di un museo-laboratorio di scienze archeologiche, di un laboratorio di scienze naturali e di un museo carcerario, attività escursionistiche subacquee e terrestri, una residenza per visite programmate ed occasionali, un piccolo esercizio commerciale per il reperimento di beni di prima necessità e un servizio di ristorazione a conduzione familiare.

In ogni caso, l'isola non dovrebbe accogliere più di 500 persone contemporaneamente tra residenti e visitatori, per i quali non potrà essere edificata alcuna nuova unità abitativa ma ristrutturato l'esistente, ripristinato, gestito e mantenuto da una cooperativa. La forma cooperativistica è, secondo l'"Associazione per la Difesa", quella più indicata, tant'è che si parla di affidarsi a tre cooperative con altrettante, diverse funzioni.

Tre sarebbero, secondo Luca Maria Foresi e soci, gli anni preventivati per rendere funzionante il progetto.

"Per la prima fase di attuazione del piano, il Ministero di Grazia e Giustizia potrebbe trattenersi sull' isola mantenendo una colonia penale agricola - spiegano i redattori -. Nei primi due anni verrà sviluppata l'attività di ricerca interdisciplinare, visto che i primi a nascere dovranno essere i laboratori scientifici; saranno censiti tutti i luoghi di interesse archeologico e naturalistico, approntati i percorsi di escursione e i luoghi di immersione, avviato il processo di agricoltura e allevamento ecologici. Si realizzerà quindi una pianificazione del progetto e valutato con la dovuta precisione il numero di visitatori che giornalmente potrà sostare sull'isola. Sempre nei primi due anni si dovranno costituire le cooperative formate prevalentemente da residenti e soprattutto da giovani. Il primo biennio dovrà vedere la nascita del bar-ristorante-albergo, l'organizzazione dei rifiuti e la costituzione di un impianto di depurazione. Il terzo anno potrà essere dedicato alla messa a punto del sistema e alla graduale sostituzione del personale di Grazia e Giustizia con quello delle cooperative. A progetto ultimato, ogni attività sull'isola sarà privata ad eccezione di quella svolta dai laboratori scientifici, mentre il compito degli enti locali e dell'Ente Parco sarà di collaborazione e controllo...".

E veniamo al capitolo costi. Lo Stato, titolare dei terreni e degli immobili attualmente in concessione al Ministero guidato da Giovanni Maria Flick, dovrebbe, trasferendo il tutto al tesoro, restare l'unico proprietario, pertanto gli unici costi delle imprese operanti sull'isola saranno di affitto, manutenzione e adeguamento. Finanziamenti a fondo perduto dovrebbero essere predisposti per le cooperative, mentre il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) dovrebbe finanziare con propri fondi i laboratori scientifici.

Andando al sodo, si prevedono dai 5 ai 7 miliardi per la ristrutturazione delle 150 abitazioni dell'isola e altre strutture carcerarie, 2 miliardi per laboratori scientifici, 1 miliardo per il finanziamento delle cooperative e il lancio delle loro attività. Ai costi si farebbe fronte con una promozione dell'isola in tutta Europa di "pacchetti" che possano garantire un flusso di 300 persone dal 15 giugno al 15 settembre e di 50 per tutto il resto dell'anno. Lungo l'elenco dei divieti proposto. Ad ogni modo, la permanenza sull'isola non dovrà essere superiore ai 6-7 giorni; vietato sbarcare con le auto, proibito l'uso dei veicoli a motore, cacciare e pescare entro le 2 miglia dalla costa.

torna indietro