pianosapianosa

SOS PER PIANOSA. UN'ASSOCIAZIONE PER SALVARE L'ISOLA

"Il Tirreno", 3 luglio 1995, cronaca di Livorno

Sos per Pianosa

Un'associazione per salvare l'isola

Sos per Pianosa: è stata costituita l'Associazione per la difesa dell'isola, buona parte degli esponenti abitano nella nostra città.

Questa lettera aperta è il debutto pubblico.

È nata una nuova associazione: si potrebbe dire che, come altre, è rivolta alla difesa dell'ambiente; ma questa vuole difendere un patrimonio assolutamente esclusivo della nostra penisola. Si tratta di un'isola che non ha mai conosciuto un turista, pochissimi pescatori (i residenti), dove nessun privato ha mai potuto costruire una casa o intraprendere un'attività commerciale, dove è vietato anche fare fotografie; fino a qualche anno fa colonia penale, ora carcere di massima sicurezza: quest'isola è Pianosa, distante 11 miglia dall'Isola d'Elba, sotto l'amministrazione comunale di Campo nell'Elba e sotto quella provinciale di Livorno.

Macché diavolo

Dato lo stretto legame con il carcere, qualcuno l'ha nominata "isola del diavolo"; ma è, comunque, vero che chiunque l'abbia visitata, la tiene con sè nel cuore o almeno nella mente, per il resto della vita.

Dieci Km2 di profumata macchia mediterranea e di pinete; isola lambita da acque chiare e brillanti, nella cui trasparenza, difficilmente immaginabile, vive indisturbata una natura incontaminata, che pare non avere ancora conosciuto mano d'uomo; 19 Km di costa rocciosa bassa, sulla quale gli unici frequentatori, granchi e favolli, passeggiano tranquillamente, e trovano rifugio in mille anfratti originati dall'erosione del mare; non ultimi per l'importanza, i resti archeologici; e il porticciolo che è stato descritto come il più bello del mondo; un'isola, insomma, assolutamente priva di qualsiasi forma d'inquinamento. Con strade bianche e polverose, sulle quali le poche jeep militari non hanno cancellato il ricordo di calessi e carretti: noi soci dell'ASSOCIAZIONE PER LA DIFESA DELL' ISOLA DI PIANOSA preferiamo chiamarla "il nostro paradiso", e per "nostro" intendiamo di tutti gli Italiani e non solo.

Quali pericoli

Due seri pericoli incombono sul futuro di questo pezzetto di terra: il primo, meno grave, è che il carcere prolunghi la sua permanenza oltre il 1999 (data, che fissa la scadenza del contratto con il Ministero di Grazia e Giustizia). Ciò consentirebbe, anche se purtroppo senza garanzie sicure, una certa forma di salvaguardia dell'ambiente, ma non risolverebbe certo il problema dell'abbandono di edifici e strutture, incrementando il malumore di chi vi abita e lavora.

Il secondo motivo "gravissimo" è che il carcere cessi la sua attività sull'isola, lasciandola disabitata o quasi, o, peggio ancora, in mano a una privatizzazione sregolata. Un rischio possibile, viste le lentezze e le indecisioni che accompagnano la realizzazione del Parco dell'Arcipelago, vero futuro di Pianosa.

E' per questo che occorre la collaborazione sia di quelli che conoscono e amano Pianosa, ma anche di chi sia animato dal rispetto della nostra terra e dei nostri mari.

L'Associazione perseguirà, quindi, alcuni obiettivi sia in campo ambientale che sociale: fra i primi, promuovere una campagna di ricerca, al fine di valutare con dati precisi l'attuale stato dell'ambiente terrestre e marino, mantenendo un comitato di controllo; fra i secondi, favorire ogni iniziativa che faciliti l'accesso all'isola, quantomeno nella piccola frazione esterna al carcere, così che la comunità isolana incrementi i propri contatti con l'esterno; inoltre è necessario difendere il patrimonio architettonico sia dall'avanzato stato di abbandono che ha reso fatiscenti molte costruzioni, sia dal mancato rispetto dello stile: sono stati, infatti, costruite negli ultimi anni alcune strutture, che contrastano marcatamente con gli edifici tipici di Pianosa (primo fra tutte, ma non solo, l'orribile, costosissimo e inutile muro di cinta in cemento armato) e che meriterebbero solo di essere abbattute.

Fra i beni dell'isola da curare con sollecitudine si ricordano l'acquedotto, i pozzi, il porto e, non ultimi, il camposanto e il Castello del Marchese.

Troppo spesso Stato e amministrazioni locali hanno identificato Pianosa solo con il carcere, trascurando molti altri aspetti, che altrove sarebbero indispensabili all'ambiente e alla comunità. L'Associazione cercherà, quindi, di garantire i diritti dell'isola e sarà presente quando e se un giorno il carcere la abbandonerà, affinché Pianosa possa correttamente inserirsi nel progetto del Parco dell'arcipelago, ma soprattutto perché non cada nelle mani di chi potrebbe vedere in essa solo un arricchimento personale.

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