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PRONTO IL PERCORSO NATURALISTICO DELL'ACQUA DOLCE NELL'EX ISOLA DEL DIAVOLO

Il Tirreno, 16 maggio 2015

Scatta il progetto di Provincia e Parco: saranno recuperati 31 punti di prelievo
Pronto il percorso naturalistico dell'acqua dolce nell'ex isola del Diavolo
Un piano per riscoprire i vecchi pozzi di Pianosa

Un progetto per riscoprire i vecchi pozzi di acqua dolce nell'ex isola del Diavolo. Si chiama "I sentieri dell'acqua dell'Isola di Pianosa", il progetto frutto del protocollo d'intesa tra la Provincia di Livorno, che è stato individuato come ente attuatore, il Parco, il Ministero di Grazia e Giustizia e il Comune di Campo. Ci sono già i finanziamenti. Si parla di 67mila euro che arrivano attraverso i fondi della Montagna stanziati dalla Regione Toscana (10mila li ha messi il Parco). Soldi che furono stanziati per la tutela dell'ecosistema e per la produzione della qualità della vita e dei servizi, obiettivi che possono essere perseguiti anche dall'isola dell'arcipelago conosciuta in tutto il mondo per essere piatta. Intanto si è costituito il tavolo tecnico che dovrà portare avanti e coordinare il progetto. In che cosa consiste?

Si dovranno monitorare trentuno pozzi presenti sul territorio pianosino; è richiesta la verifica di caratterizzazione idrogeologica e lo studio dovrà fornire indicazioni sulle quantità delle risorse idriche presenti. Tutto ciò costituisce la base per realizzare un acquifero del sottosuolo che si trova in mezzo al mare, determinando la consistenza delle rocce e dei terreni impermeabili. Il fine ultimo è rappresentato dalla creazione di un percorso naturalistico che caratterizza la presenza d'acqua dolce su un territorio così particolare come quello pianosino. L'isola si presenta infatti come un tabulato calcareo che non supera la quota di 29 metri. Questo lembo di territorio rappresenta la porzione emersa di una lunga dorsale sottomarina che collega, in direzione nord- sud, lo Scoglio d'Africa all'isola di Capraia. La ricerca scientifica verterà principalmente sulla caratterizzazione idrogeologica e qualitativa dell'acquifero dei 31 pozzi.

Secondariamente si penserà di recuperare e valorizzare i punti di prelievo (inizialmente sarà data importanza a quelli di maggior interesse storico ambientale), impiegando detenuti lavoranti all'esterno del carcere di Pianosa. A questo punto si potrà davvero parlare di "Sentieri dell'acqua", visto che sarà caratterizzata la loro natura, sarà studiato il loro impatto nel passato e programmato, in chiave di sviluppo e fruizione turistica, il presente e il futuro logistico dei pozzi pianosini. Infine, il protocollo d'intesa fra i quattro partner prevede corsi di formazione ambientale per il recupero di strutture idriche e corsi anche di formazione per le guide di Pianosa. Come si provvederà anche diffondere materiale informativo cartaceo e anche usufruendo della rete di internet o nei social media.

Luigi Cignoni

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