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DETTAGLI DA DEFINIRE SULL'ACCESSO ALL'ISOLA DI PIANOSA

Lisola, 22 aprile 2008

Dettagli da definire sull'accesso all'isola di Pianosa.
Il Protocollo d'intesa tra il Parco e il Comune di Campo è in attesa dell'approvazione definitiva.
In aumento le richieste di visita avanzate dagli istituti scolastici e istituzioni per motivi di studio.

A ridosso della stagione estiva si vanno lentamente definendo le modalità di regolamentazione dell'accesso alle isole minori dell'Arcipelago Toscano. La seduta del Consiglio direttivo del Pnat di mercoledì 16 aprile si è conclusa con l'approvazione delle norme che dal prossimo giugno regolamenteranno la fruizione a Giannutri (la data esatta è ancora da definire e dipende essenzialmente dal tempo necessario all'organizzazione dei servizi): il ticket d'ingresso all'isola (3 euro) consentirà l'accesso a una massimo di 300 visitatori al giorno, suddivisi in due turni giornalieri. Nel numero non sono compresi i bambini in età inferiore ai 4 anni e coloro che usufruiranno di permessi speciali, compresi i proprietari di seconde case, che riceveranno un apposito pass. Il Parco nazionale prevede la presenza di una guida ogni 25 persone e il controllo sarà affidato agli operatori dell'Ente in forza presso l'ufficio presente sull'isola.

Per i singoli e i gruppi non registrati resta l'accesso libero e gratuito a Cala Spalmatoio (NordEst) e Cala Maestra (Nord-Ovest) e sarà consentito anche l'attraversamento del corridoio di terra che collega le due insenature.

«Finalmente è ufficiale», afferma il presidente Mario Tozzi durante il Consiglio Direttivo, «anche l'accesso a Giannutri è regolamentato». Anche se, nel corso dei lavori consiliari non sono mancati accenni al neo eletto sindaco di Monte Argentario (il forzista Arturo Cerulli), che ha dichiarato guerra alle aree marine protette.

Più lento il percorso che mira alla regolamentazione delle visite a Pianosa, per il quale proprio mercoledì scorso era prevista l'approvazione del Protocollo d'intesa tra Parco e Comune di Campo, sotto la cui competenza ricade l'isola piatta. Fatto sta che l'Amministrazione campese, fino a pochi giorni prima intenzionata a firmare l'accordo, sembra abbia avuto qualche ripensamento non dettagliatamente motivato.

Motivo per cui il Consiglio direttivo ha approvato solo la bozza del Protocollo in questione, che consentirà eventuali piccole modifiche all'accordo. Salvo colpi di scena, saranno dunque 250 i visitatori ammessi giornalmente sull'isola, ai quali sarà richiesto il pagamento del biglietto per il trasporto (di cui si occuperà l'Apt: 25 euro andata e ritorno). A questa somma, per i non residenti nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano sono da aggiungere i 10 euro relativi al costo dell'ingresso all'area protetta, nei quali è compreso il servizio guida (quest'ultimo gratuito, dunque, per i residenti, che tuttavia dovranno versare un con tributo di 5 euro il sabato e nei festivi). Le guide saranno fornite dallo stesso Ente («E' anche una questione di immagine», convengono i membri del Cd), che ha provveduto a formare il personale necessario lo scorso inverno.

Tuttavia, Comune di Campo permettendo, la regolamentazione dell'accesso a Pianosa presenta come al solito una serie di ulteriori problemi. Anche gli istituti scolastici, per i quali vigono norme più permissive che per i comuni cittadini, potrebbero dover ridimensionare i propri piani. Sono molte, infatti, le richieste di effettuare gite scolastiche sull'ex Alcatraz del Tirreno e il soggiorno massimo di una settimana a qualcuno sembra eccessivo. Secondo Catalina Schezzini «è illogico che a restrizioni così ferree per gli adulti corrispondano permessi di questo tipo per le scuole. L'Arcipelago è grande e anche l'Elba non è una metropoli cementificata», commenta il sindaco di Rio nell'Elba, «per cui potremmo dirottare da noi, almeno in parte, le gite scolastiche». Meno restrittivo Umberto Mazzantini, il quale ritiene un soggiorno a Pianosa «un'esperienza unica per i ragazzi».

Inoltre alle richieste di visita per motivi didattici si aggiungono quelle dettate da esigenze di tipo scientifico, anch'esse in numero elevato. «E' difficile entrare nel merito della validità dei progetti presentati», afferma Franca Zanichelli, direttore del Pnat, «anche perché sono sempre enti istituzionali a inoltrare le domande». Oltre a inserire «il discrimine della non sovrapponibilità», come propone Tozzi, secondo la Schezzini «è importante valutare le richieste sulla base dell'unicità: l'orchidea selvatica si può studiare a Pianosa, ma anche alle pendici del Volterraio, per cui dove le condizioni siano presenti altrove si dovrebbe prediligere il trasferimento presso un'altra isola dell'Arcipelago». Anche perché, sottolinea la Zanichelli, «si insiste spesso sugli stessi periodi, dal momento che la fioritura, ad esempio, avviene per molte piante in primavera».

Preoccupa, nello specifico, la richiesta pervenuta al Parco per un progetto Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare), dietro al quale si collocherebbe il Nurc, il centro di eccellenza Nato per la tecnologia Sonar. Umberto Mazzantini mette all'erta sui «progetti militari delle navi Nato, che in passato hanno coinciso spesso con incidenti ai danni dei cetacei. La posidonia di Pianosa è molto fitta», aggiunge il responsabile di Legambiente Arcipelago, «e pertanto ottima a testare la rilevazione di presenze attraverso dispositivi speciali». A tale proposito il presidente Tozzi si aspetta da Angelo Naldi una bozza di Regolamentazione a cui ricondurre le richieste di visita a Pianosa per motivi scientifici.

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