pianosa

DEGRADO AMBIENTALE A PIANOSA, TROPPE CAPRE A MONTECRISTO

Lisola 24 agosto 2004

Degrado ambientale a Pianosa, troppe capre a Montecristo

DI UN certo spessore anche le indicazioni della 56/2000 relativaménte a due altri Sir dell'Arcipelago Toscano che ricadono sotto la Provincia di Livorno: le isole di Pianosa e di Montecristo.

Sir 59 - Isola di Pianosa

Identikit - Il sito, che si estende per oltre 996 ettari ed è completamente compreso nell'area del Parco Nazionale, è considerato dalla Regione di straordinaria importanza naturalistica. Già vigente il divieto di navigazione e pesca lungo tutto lo sviluppo costiero. L'isola, pianeggiante e di natura calcarea, è occupata al suo interno da seminativi, pascoli abbandonati e da garighe e macchia mediterranea lungo gran parte della costa. Tra le specie vegetali che è possibile reperire a Pianosa, ricordiamo al rarissima Phy1litis sagittata e la Gagea granatellii (cipollaccio di Granatelli).
Anche la fauna è di rilevanza scientifica. Non è difficile infatti imbattersi nelle testuggini di Hermann, nel marangone dal ciuffo, nella berta minore o nella berta maggioree nella ghiandaia marina. Importante la presenza di alcune specie di lucertole.

Criticità - Sino al 1997 l'isola era caratterizzata da ecosistemi agro-pastorali complessi e molto particolari, con campi separati da numerosi muri a secco, siepi ed alberature. Dopo la chiusura della colonia penale, la caratteristica dell'isola è la scarsissima presenza antropica. Questo ha provocato l'improvvisa cessazione di tutte le pratiche agricole e pastorali, spiega la Regione, e profondi e repentini mutamenti ambientali, che minacciano le specie legate alle zone aperte e portano alla scomparsa del peculiare paesaggio dell'isola. Ulteriore elemento di rischio gli impatti negativi legati ad eventuali scelte di sviluppo non compatibili con gli obiettivi di conservazione. Misure conservative - Oltre che sulla tutela dell'integrità della fascia costiera, le azioni devono essere indirizzate sulla salvaguardia dell'isola rispetto a forme di sviluppo incompatibili con la tutela delle principali emergenze naturalistiche. Previsto il divieto di navigazione per le imbarcazioni private e di qualsiasi tipo di pesca. Su buona parte della costa dovrà essere vietata anche la balneazione, almeno durante il periodo di nidificazione. Fondamentale poi il ripristino di attività agricole e zootecniche. Per quanto riguarda la fauna, dovranno essere previste azioni di controllo della popolazione della cornacchia grigia, in rapido aumento, che minaccia alcune specie di uccelli nidificanti.

Sir 60-Isola di Montecristo

Jdentikit - Il sito, con i suoi oltre 1.000 ettari, è interamente compreso nel Parco Nazionale, con Riserva marina lungo tutto Io sviluppo costiero. Isola a morfologia accidentata, con affioramenti granitici, macchia bassa ed alta dominata da etica arborea, garighe e prati annui, coste alte, conta anche stagni temporanei. Tra le specie vegetali spiccano la Mentha requienii e Sedun andegavense (borracina d'Angiò), rara pianta mediterranea presente solo a Montecristo. Per quanto riguarda la fauna, tra gli uccelli spiccano il marangone dal ciuffo e la berta. Tra i mammifèri presente il pipistrello rinolofo euriale. Numerose le specie endemiche, come la capra di Montecristo.
L'isola è abitata solo dagli addetti alla sorveglianza ed è accessibile al pubblico in modo limitatissimo.

Criticità - La presenza della capra selvatica rende difficile la rinnovazione di alcune. specie arbustive ed arboree, come il leccio Quercus ilex, mentre quella del ratto nero compromette la riproduzione della berta minore. Inoltre l'alluvione che ha colpito l'isola nel 1992 ha praticamente distrutto i principali ambienti di fondovalle, comprese le zone umide e i lembi di oleandreto ripario. Misure conservative - Le azioni indicate dalla Regione si riferiscono al mantenimento degli attuali, scarsissimi, livelli di disturbo antropico. Ma anche al ripristino degli ambienti umidi di fondovalle, scomparsi o danneggiati dall'alluvione e al controllo della consistenza della popolazione della capra selvatica, limitandola a livelli adeguati per l'equilibrio delle comunità vegetali.

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